Ci sarebbe più di un interesse in campo, tra cui la svizzera Glencore, che controlla la Portovesme Srl, per rilevare eventualmente la produzione dell'alluminio a Portovesme dal colosso americano Alcoa. E' quanto emerso a margine dell'audizione dell'assessore dell'Industria, Alessandra Zedda, in commissione Industria del Consiglio regionale, presieduta da Alberto Randazzo (Pdl).

Nel frattempo venerdì 20, alle 11, il governatore Ugo Cappellacci e il presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, Salvatore Cherchi, sono stati convocati dal Governo per un incontro sulla vertenza, dopo la conferma dell'azienda di voler procedere con il licenziamento dei 501 operai dello stabilimento sulcitano e di chiudere la fabbrica entro la prima metà del 2012. "Per la Regione la filiera dell'alluminio è molto importante - ha spiegato l'assessore Zedda - e chiediamo, in virtù della strategicità di questa produzione per il sistema Paese, che il governo sostenga i progetti per infrastrutturare il sito industriale anche sul versante delle tariffe energetiche. Di pari passo stiamo affrontando la vertenza Eurallumina che trattiamo all'interno della salvaguardia della filiera dell'alluminio - ha concluso l'esponente della Giunta - e possiamo dire che ci sono delle interlocuzioni con l'Agenzia delle Entrate con esiti confortanti". Il riferimento è ad un credito Iva di 56 milioni vantato dall'azienda.

SINDACI IN MARCIA - Dopo l'assemblea di questa mattina con i segretari nazionali dei metalmeccanici, nel pomeriggio una trentina di primi cittadini del Sulcis Iglesiente, ai quali si è aggiunto anche il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, si sono radunati davanti all'impianto di alluminio primario e hanno marciato per un paio di chilometri sino alla sede del Consorzio Industriale, dove era in corso una riunione congiunta del Consiglio provinciale e dei Consigli comunali del territorio, presenti i vertici dell'Anci Sardegna. "Il Sulcis non può vivere senza l'industria", ha tuonato il presidente dell'Associazione dei comuni sardi, Cristiano Erriu, mentre il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, ha rivolto un appello alla Regione affinché scongiuri la chiusura della fabbrica: "con o senza Alcoa - è stato ribadito all'unanimità - deve continuare la produzione con la salvaguardia dei posti di lavoro". Alla marcia dei sindaci si sono uniti anche i lavoratori di altre fabbriche in crisi del territorio e il Popolo delle partite Iva da tempo sul piede di guerra contro Equitalia.

TUTTI A ROMA Pronti a marciare in massa a Roma e con un monito: "Non consentiremo che capiti quello che è successo con i pastori". Il riferimento è al blocco degli allevatori durante le proteste nella capitale. L'annuncio del rilancio della vertenza Alcoa parte alle 19 dalla sala conferenze del consorzio industriale di Portoscuso.

A parlare, davanti a un trentina di sindaci, amministratori locali e decine di operai e sindacalisti, è il presidente della Provincia Salvatore Cherchi. "Domani - chiarisce lanciando un messaggio alla multinazionale americana - saranno poste sul tavolo tutte le questioni delle bonifiche ambientali: nessuno potrà andarsene da questo territorio come se nulla fosse".

MOBILITAZIONE L'ennesima giornata di mobilitazione è cominciata a fine mattinata all'interno dello stabilimento con l'assemblea tra i lavoratori e i segretari nazionali di Fiom, Fim e Uilm. "Alcoa deve ritirare i licenziamenti - incalza Laura Spezia della segreteria nazionale Fiom Cgil - Il Governo deve impegnarsi a garantire la continuità produttiva del sito e a convocare immediatamente le parti. Non c'è più tempo da perdere, bisogna agire subito: il fattore tempo - spiega la sindacalista - è determinante per poter garantire le eventuali condizioni per il passaggio di testimone a un nuovo acquirente". Quindi la garanzia delle prossime azioni di lotta. "Presto il Paese tornerà a sentire il suono dei caschetti dei ragazzi di Alcoa sul selciato delle strade di Roma", promette Laura Spezie.

Sulla stessa lunghezza d'onda Guglielmo Gambardella della Uilm. "Ci impegniamo a tradurre in azioni concrete le iniziative di mobilitazione - assicura - e solleciteremo le istituzioni locali e nazionali affinchèßsi impegnino a dare risposte adeguate, strutturali e durature. L'azienda si assuma le proprie responsabilità contribuendo a creare le condizioni per la continuitàßproduttiva del sito". La mobilitazione è proseguita al pomeriggio, prima con il sit-in degli amministratori davanti all'ingresso della fabbrica, poi con il corteo dei sindaci sino alla sala conferenze del consorzio dove si sono riuniti i Consigli comunali e provinciale e l'Anci Sardegna. "Nel 2009 siamo andati a Roma e lì abbiamo portato la nostra voce e la nostra rabbia - ricorda Massimo Cara della Rsu Cisl davanti ai rappresentanti di 25 Comuni e della Provincia - Riandremo in massa, la fabbrica deve andare avanti, con o senza Alcoa".

Categorico il sindaco di Iglesias, Gino Perseu: "Il Sulcis Iglesiente non può permettersi di perdere un'attività produttiva come l'Alcoa, sarebbe il crollo per tutto il territorio, già esasperato da una crisi profonda". Sostegno ai lavoratori dell'Alcoa anche dal Movimento artigiani e commercianti liberi. "La vostra vertenza è la nostra", sottolinea uno dei portavoce, Franco Matta. Dal sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, l'appallo alla Regione per sbloccare le risorse vincolate dal patto di stabilità. "Con un'operazione di questo tipo - spiega - si possono rimettere in circolazione cento milioni di euro".
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