Uno scambio di accuse al curaro quello andato in scena in consiglio regionale tra l’esponente dei Progressisti, Massimo Zedda, e l’assessore regionale al Turismo, Gianni Chessa. I due sono ai ferri corti da quando il primo, da sindaco di Cagliari, aveva tolto al secondo la delega ai Lavori pubblici. A far riesplodere il dissidio è stato un emendamento alla Finanziaria, in discussione in aula, su 900mila euro da destinare alla Fondazione Mont’e Prama (lunedì ne erano già stato erogati 5). 

Zedda è tornato sulle notizie pubblicate da L’Unione Sarda, che hanno gettato ombre sulla gestione dei fondi usati per la promozione dei Giganti. «Parrebbe che il programma di spese della Fondazione, contestate in questi giorni dalla stampa, sia generato dall’assessorato di Chessa, un format utilizzato per tante iniziative», ha detto Zedda in aula, «se è l`assessorato a generare le spese di cui parlano i giornali, il discorso cambia, non c`entrano le fondazioni, ma è una questione tutta interna alla Regione». 

L’esponente della Giunta, sollecitato dal presidente Michele Pais, ha preso la parola. Ed è esploso: «Lei è malato in testa», ha sbottato, «lei è marcio dentro. Non mi chiamo Massimo Zedda, e non ho fatto quello che ha fatto lei da sindaco», ha accusato, per poi aggiungere: «se vuole glielo dico io cosa ha fatto, siamo in aula».

L’assessore ha aggiunto che «tutti gli atti dell’assessorato sono trasparenti, con Pec. Noi abbiamo dato atti di indirizzo», ha sottolineato in riferimento ai soldi per Giganti e Archeologika.  Quindi la stilettata finale, legata all’orologio di lusso che Zedda aveva avuto in dono quando era sindaco da Qabus bin Said Al Said, il sultano dell`Oman che visitò nel 2012 il capoluogo sardo: «Non sono stato io a restituire l`orologio alla città dopo due anni, se lo ricordi».

Da qui solo caos. Con il presidente Pais che è stato costretto a sospendere la seduta. 

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