Per scoprire i segreti di Mont’e Prama non basta più seguire le sole tracce dei Giganti sulle colline del Sinis. Tra quei vigneti, piantumati come un investimento consapevole sul “premio” da ritrovamento archeologico, non si nasconde più solo la storia millenaria di quelle statue devastate dalla furia della “damnatio memoriae”. In quell’eremo carico di simboli e reperti domina l’abbandono più totale, scavi scanditi dal contagocce di Stato, con ruspe dispiegate nel sito, quasi fosse un cantiere edile e non, invece, il luogo in cui si cela la storia millenaria del Popolo sardo. Stride quella landa desolata, con i cartelli dei templari romanici che schiaffeggiano il buon senso e il senso del ridicolo, con erbacce da terra scippata alla più elementare buona condotta, e non solo quella agricola.

Degrado & affari

Stride, quel devastante degrado, prima di tutto con quelle copiose e infinite spese che aleggiano come nubi grigie e pesanti sulla gestione di questo “affaire” dei Giganti di Mont’ e Prama. Da una parte cancelli sbarrati, nessun cantiere, nessun segno di vita, nemmeno un modesto cartello segnaletico, dall’altra, invece, affiorano riviste patinate da mille e una notte, fiere di due giorni pagate come se Dubai fosse sul Golfo di Cabras, incarichi e consulenze da far rabbrividire qualsiasi Comune dell’Isola, costretto a spegnere le luci per chiudere il cerchio del bilancio. Eppure qui, sulle spalle dei Giganti, si sta consumando una delle saghe economico finanziarie più rilevanti degli ultimi anni. Lo scontro tra il Sindaco di Cabras e la Fondazione Mont ‘e Prama, il solito carrozzone di Stato creato per spendere e spandere nel nome dei Giganti, è niente rispetto alla valanga di documenti che emergono ora dopo ora sul quel fiume di denaro tutto speso a trattativa privata e diretta dalla Mont ‘e Prama “foundation”.

Collina dimenticata

Nemmeno un concreto euro investito su quel sito abbandonato a se stesso, a fronte di milioni di euro, frazionati in rivoli e contratti da nababbi, per società in alcuni casi intrecciate e sovrapposte, tutti contratti stipulati tra Napoli, Pisa, Milano, Cagliari e Sassari. A differenza della storia dei Giganti, ancora tutta da scrivere, l’operazione di cui ci occupiamo è scandita da documenti che “cantano”, inattaccabili, impressi dall’inespugnabile adagio dello “scripta manent”. Decine e decine di atti che aprono capitoli inesplorati della spesa pubblica, perchè tale è quella gestita da una Fondazione che riceve copiosi finanziamenti dalle istituzioni più variegate, a partire dalla generosa Regione Sarda. Basti solo un dato per comprendere l’imponenza di questa spesa consumata a piene mani con “determine tecnico-contabili” che difficilmente possono essere frutto della fantasia di funzionari e dirigenti. In soli due giorni, esclusi i ritagli cerimoniali, sono stati spesi mezzo milione di euro al giorno. Molto più di quanto è stato speso per gli scavi di Mont ‘e Prama negli ultimi dieci anni.

Esperti dell’ultim’ora

La Fondazione Mont ‘e Prama, non si sa in base a quale esperienza maturata nel passato, è stata incaricata dalla Regione di organizzare una kermesse tutta cartone e hostess, qualche convegno con poche decine di persone tra gli uditori, denominata Archeologika 2022. Ovviamente i promotori hanno parlato di successo, ma le immagini e i risultati, quelli misurabili, dicono ben altro. Quel che non mente è il resoconto finanziario della gestione della Fondazione di Mont ‘e Prama, a partire dalle cifre imponenti e decisamente sopra le righe relative proprio a quella manifestazione dell’ottobre scorso, dal 13 al 16, ridotta a due giorni, se si escludono convenevoli e cerbottane propagandistiche.

La torre di Pisa

Un primo dato emerge in questa nostra inchiesta: alcune delle società incaricate di occuparsi di comunicazione, marketing, uffici stampa, coordinamento, erogazione di contenuti multimediali sono legate da un filo rosso che le unisce una all’altra. La chiave di volta, per capire intrecci societari e legami tra le varie compagini, è Largo Padre Renzo Spadoni, nel cuore dei Vecchi Macelli della città della torre pendente, Pisa. È qui che si fa il primo pienone di incarichi e di soldi pubblici spesi sull’altare di Mont ‘e Prama. Sembra quasi che nella terra di Pisa ci sia una vera e propria succursale della Sardegna archeologica, alla faccia delle competenze locali. Il primo incarico, gli uffici della Fondazione dei Giganti, lo affidano a trattativa diretta e dunque privata alla S.E.T. srl, Società Economia e Territorio, ovviamente territorio pisano. Il mandato è sottoscritto, prima di un mese dallo svolgimento della manifestazione da tenersi nel Bastione di Cagliari, esattamente il 9 settembre del 2022. L’oggetto dell’incarico è ad ampio spettro: «Servizio di progettazione ed erogazione contenuti video e multimediali per Archeologika 2022». Manco dovessero produrre ”Ben-Hur” a Mont’e Prama, i pisani ricevono un contratto da mille e una notte di ben 91 mila euro. Chi capisce di produzioni di video sa bene che si tratta di una enormità, esimendoci da valutazioni ancora più disarmanti su costi e benefici. A due passi dalla S.E.T, sempre in largo Padre Renzo Spadoni, sempre a Pisa, ha sede la Fabvision, un’altra delle società rintracciata solertemente dalle sponde degli stagni di Cabras. A lor signori la Fondazione affida il compito di «Coordinamento e direzione lavori per Archeologika 2022»: importo dell’incarico per la due giorni a Cagliari la bellezza di altri 58 mila euro. Le due società non hanno in comune solo lo stesso ingresso d’ufficio, ma anche le visure camerali confermano quote societarie intrecciate, visto che l’amministratore di Fabvision è socio anche di S.E.T., la società incaricata di realizzare i video per la manifestazione.

Perchè a Pisa?

La domanda sorge spontanea: perché da Cabras la Fondazione Mont’e Prama è finita a Pisa per affidare questi incarichi a trattativa diretta? La risposta non spetta a noi, di certo in questa storia c’è un altro legame che non può restare precluso ai più. La S.E.T., infatti, è titolare del 40% di una società dal nome eloquente: Gate Real Estate Innovation. Guarda caso questa società immobiliare ha sede proprio a Cagliari, a due passi dal Bastione, al numero 33 di viale Regina Margherita. E sin qui potrebbe essere stata la congiunzione astrale a determinare la coincidenza, ma la verifica successiva conferma che non sono le stelle a guidare i legami societari in terra sarda. Le scatole cinesi sono un ginepraio, ma alla fine spuntano altri due contratti, uno, l’ennesimo, sottoscritto per Archeologika 2022, e uno direttamente per la gestione della Fondazione di Mont’e Prama.

Gli intrecci societari

Vediamoli nel dettaglio. A gestire l’affidamento diretto di un “visitor center”, per la “modica” cifra di 148 mila euro, è stata indicata una società di Cagliari, Opificio Innova srl, guarda caso con la sede legale nello stesso stabile della società immobiliare controllata per il 40% proprio dalla S.E.T di Pisa. Ma non è finita, per l’ufficio stampa di Archeologika 2022, per qualche giorno e qualche comunicato ai media, la Fondazione di Mont ‘e Prama non è andata lontana dal filo rosso di Pisa. Con una cifra che farebbe rabbrividire qualsiasi giornalista professionista, viene affidato un incarico esorbitante di ben 45 mila euro per la gestione dell’ufficio stampa. La prescelta, sempre a trattativa diretta ed esclusiva, è “Prima Idea srl”, guarda caso la società che detiene proprio il 61% delle quote di “Opificio Innova srl”. Un incastro che ruota tutto intorno agli affidamenti diretti gestiti dalla fondazione di Mont’e Prama, quasi non ci fosse nessun altro al mondo, tanto meno in Sardegna, in grado di gestire questo tipo di servizi.

Oltre un milione di euro

La partita, però, non finisce qui. Per quella “due giorni” di “Archeologika 2022” la spesa ha superato abbondantemente il milione di euro, tra cartone, hostess e televisori a noleggio. Una saga di soldi pubblici infinita, con la collina dei Giganti, quelli di Mont’e Prama, solo sedotta e abbandonata. Alla faccia della storia millenaria del Popolo Sardo.

(1.Continua)

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