Siccità e sprechi, la Sardegna ha sete: stretta per salvare l’estate
Nelle dighe di Enas il 68% della riserva, 300 milioni di metri cubi in meno rispetto al 2023. Si moltiplicano le ordinanze di divieto dei sindaciPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dopo l’inverno meno piovoso dal 1922 e l’avvio di primavera con poche nuvole, lo spettro della siccità comincia ad aleggiare ovunque, e accanto al divieto di irrigazione dei campi (alta Baronia) e alle restrizioni per i rubinetti di casa (Ogliastra), si moltiplicano le ordinanze dei sindaci che vietano l’uso dell’acqua per innaffiare giardini, lavare auto, riempire vasche e piscine.
Le verifiche
Il bollettino di Enas, aggiornato a ieri, registrava quasi 993 milioni di metri cubi stoccati negli invasi (68% di grado di riempimento), 300 milioni circa in meno rispetto allo stesso periodo del 2023.
La mappa dell’allerta
La mappa del report mensile dell’Autorità di bacino, che segnala i livelli di allerta sulla siccità, è una distesa di bandierine arancioni (condizione di pericolo) anche per quanto riguarda i giganti del Flumendosa-Campidano, mentre le dighe dell’Alto Cixerri sono segnate in rosso (emergenza). Stanno bene solo gli invasi del Liscia, in Gallura, e quello di Pedra ‘e Othoni sul Cedrino.
Le condotte colabrodo
Una cattiva gestione viene anche dall’enorme spreco di acqua lungo le condotte. Per ogni sardo, ben duecento litri al giorno, rileva l’Istat, ovvero il 51,3% dell’acqua erogata.
Tutti i dettagli nell’articolo di Piera Serusi su L’Unione Sarda in edicola e sull’app