Usini, turista in tenda bersagliato dalle pietre: «Barbone». Ira del sindaco: «Non siamo un paese di vandali»
Una «banda di teppistelli», racconta la vittima, «che offusca la generosità e l’accoglienza che ho ricevuto dalla gente sarda durante la mia traversata»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un turista che, a Usini, viene fatto oggetto di un lancio di pietre e l’amministrazione comunale che reagisce nell’immediato. Due giorni fa un uomo che, sul suo profilo Facebook, sostiene di aver percorso oltre 41mila km a piedi in giro per il mondo, ha riferito che, durante il suo pernottamento in tenda proprio a Usini, è stato bersagliato da diverse pietre, una pesante più di un kg, tirate da alcuni ragazzi. Un’azione accompagnata da urla di dileggio nei confronti della persona chiamata “barbone”.
Questi si è rivolto alla stesso sindaco del paese chiedendo che organizzi delle lezioni di educazione civica nelle scuole di Usini. «La cosa che mi dispiace - così il turista - è che questa banda di teppistelli offusca la generosità e l’accoglienza che ho ricevuto dalla gente sarda durante la traversata». Raccontando poi come diversi residenti usinesi si siano attivati per prestargli soccorso. L’uomo in un primo momento si era lamentato che la sua segnalazione non fosse apparsa sulla pagina Fb del Comune, evocando una censura che l’amministrazione ha negato imputando il fatto a problemi tecnici, e d’altra parte il post è apparso in seguito.
«Sono la stessa persona - ha risposto Antonio Brundu, primo cittadino di Usini, alla vittima dell’assalto – che quella sera ha chiamato i carabinieri ancor prima di lei, un po' preoccupato per la situazione e sono anche la stessa persona che ha chiamato la compagnia Barracellare per offrirle supporto, autorizzando il suo pernottamento in una zona più protetta».
«Usini - continua - non è un paese di vandali ma, certamente, questo episodio ci deve far riflettere e ci impone una condanna ferma e decisa». «Le posso assicurare che l'episodio è stato segnalato alle autorità competenti, per quanto noi possiamo fare (e considerato che anche lei, in prima persona, ha deciso di non denunciare) e, persino ieri, nel mio discorso sul 4 Novembre, ho citato l'episodio, chiesto scusa a lei a nome di tutta la popolazione e condannato in maniera ferma e decisa questo gesto che non ci identifica».
«Quattro "teppistelli"- conclude Brundu - non possono rovinare l'immagine di un paese che lavora onestamente, così come non possono infangare il lavoro dell'amministrazione che, ormai da 10 anni, si impegna per promuovere il paese e favorire la cultura delle legalità».
