Siccità nella Nurra: opportunità dal dissalatore di Fiume Santo
Fino a 35 metri cubi d’acqua che potrebbero, da subito, essere resi disponibili a chi ne facesse richiestaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il Centro Studi Agricoli composto dal presidente Tore Piana e dal vicepresidente Stefano Ruggiù è stato ricevuta dai vertici della termocentrale Ep di Fiume Santo per un incontro, avvenuto martedì 15 aprile, che potrebbe cambiare il futuro agricolo della Nurra. Presente il direttore della centrale, Paolo Appeddu e il responsabile dell’ufficio Appalti e Gestione.
Il tema dell’incontro era quello di verificare la possibilità di utilizzare l’acqua prodotta dal dissalatore della centrale a fini irrigui per i terreni della Nurra. Durante il confronto sono emersi dati sorprendenti.
L’impianto di dissalazione a osmosi inversa della centrale ha attualmente una capacità di 40 metri cubi/ora, di cui 15 vengono utilizzati internamente. I restanti 25-35 metri cubi potrebbero, da subito, essere resi disponibili a chi ne facesse richiesta.
«Ma non finisce qui: il dissalatore è progettato per una potenzialità cinque volte superiore, fino a 200–240 metri cubi/ora. Una risorsa industriale di scala regionale, mai valorizzata, che oggi si rivela strategica in un contesto in cui i cambiamenti climatici rendono sempre più frequenti i periodi di siccità e mettono in crisi la continuità delle forniture irrigue. Ci chiediamo allora: perché fino a oggi nessuno ne ha mai parlato? Perché in un territorio che discute da anni di nuove dighe, bacini artificiali e invasi, non si è mai pensato di utilizzare un impianto già esistente, già funzionante e collegabile con soli 800 metri lineari a una delle condotte del Consorzio di Bonifica?» si chiede Tore Piana del Centro Studi Agricoli.
«La disponibilità da parte dei vertici della centrale è totale. È emersa la volontà di collaborare con il territorio, di mettere a disposizione acqua, valutando ovviamente costi, modalità e tempistiche. Serve ora un confronto politico e tecnico che coinvolga Regione, Consorzi di bonifica, amministrazioni locali e agricoltori, per trasformare questa potenzialità in una soluzione concreta e strutturata per l’irrigazione della Nurra. Abbiamo scoperto un tesoro ignorato, che può cambiare le sorti di un’agricoltura messa in ginocchio dalle incertezze climatiche e dalle carenze infrastrutturali. È un motivo di orgoglio e insieme una chiamata alla responsabilità per chi amministra e per chi può decidere» spiega Piana. E conclude: «Oggi giovedì 17 aprile è attesa una riunione con il Consorzio di Bonifica per avviare la discussione operativa. Sarà quello il momento per definire se, come e quando attivare un sistema di fornitura che potrebbe liberare la Nurra dalla dipendenza dalle piogge e dalle emergenze. E noi saremo lì a presentare la proposta. Nel frattempo, è nostro dovere informare cittadini e agricoltori: esiste una possibilità concreta, immediata, reale. Basta volerla., Nei prossimi giorni previsti altri incontri del CSA con Enti e grandi aziende del Territorio».