I collegamenti tra Giovanni Sanna, unico imputato nel processo ter per il sequestro di Titti Pinna e Salvatore Atzas, il sedilese già condannato a trent'anni per lo stesso fatto.

E, ancora, la presenza dell'imputato a Macomer la sera del sequestro a cena a casa della sorella Francesca. Sono i due temi affrontati nell'udienza che si è tenuta in Corte d'Assise a Sassari.

Tra i testimoni chiamati dal pubblico ministero Gilberto Ganassi la moglie, separata, di Salvatore Atzas Antonietta Falchi. Un matrimonio diventato un peso insostenibile cui la donna ha messo fine nel 2004, andando via con i figli dalla casa che divideva con il marito e tornando a vivere dalla madre. Il pm le ha chiesto quali fossero i rapporti di Atzas con l'imputato. In passato la donna aveva dichiarato che era un'amicizia che risaliva a 10-15 annni prima.

"Veniva a casa a pranzo e veniva a Sedilo e a casa nostra anche per le feste di paese”, ha confermato. Per l'accusa il rapporto tra i due era molto stretto, tanto che Giovanni Sanna aveva anche fatto un tentativo per rimettere in piedi il matrimonio dell'amico.

"Sì - ha raccontato la donna - voleva convincermi a tornare insieme a Salvatore. Non so se lo avesse mandato lui o se fosse venuto di sua spontanea volontà - ha proseguito - Mi ha detto che era cambiato. Ho detto no, avevo deciso e niente poteva farmi cambiare idea”.

Subito dopo è stata la volta del cognato dell'imputato Costantino Mattu marito, separato, di Francesca Sanna, la donna condannata nel secondo processo e morta qualche anno fa. Le domande di Ganassi si sono concentrate sui rapporti che la coppia aveva con persone di Bonorva, tra cui Giovanni Maria Manca, anche lui condannato per il sequestro. L'avvocata Desolina Farris ha cercato conferme riguardo la presenza di Giovanni Sanna a Macomer la sera del sequestro avvenuto il 19 settembre del 2006 a Bonorva.

"Eravano a casa ma non mi ricordo bene chi c'era - ha risposto Costantino Mattu - ma mi ricordo che il maresciallo Giordo (della Stazione dei carabinieri di Macomer) è venuto e cercava mio cognato. Lui era in camera - ha proseguito il testimone - sono andato a chiamarlo. Poi è rimasto a parlare da solo con il maresciallo>. Costantino Mattu lavorava come operaio nella cava Gmc di Sedilo ed era lì quando Titti Pinna, il 28 maggio del 2007 ha cercato rifugio dopo la fuga dalla sua prigione. “Abbiamo visto una persona vicino al cancello - ha raccontato - si è avvicinato e cia ha detto che che era scappato dall'ovile di fronte”. 

Franco Ferrandu

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