Il bisogno di assistenza sanitaria è sempre crescente, tanti gli interventi richiesti, pochi i volontari nei servizi di soccorso che corrono sulle ambulanze. A Sassari il sistema medico di emergenza urgenza che risponde al numero del 118, gestito da Areus, soffre di una grave carenza di personale, un sottodimensionamento che rischia di ripercuotersi sull’efficienza del servizio.

L'Areus - Azienda regionale emergenza urgenza Sardegna- gestisce le basi del volontariato, le auto mediche e infermieristiche, in totale circa 230 postazioni in tutta l'Isola di cui solo una ventina sono mezzi con a bordo un medico, distribuiti nei grossi centri, fra cui Sassari.

“I problemi sono legati al numero dei volontari, - spiega Pier Paolo Pintus, vice presidente Croce blu di Sassari - personale necessario a coprire il servizio, e seppure le associazioni di volontariato possono assumere nuove figure professionali, l’incremento del numero dei dipendenti aggrava le associazioni di ulteriori costi”. È come un cane che si morde la coda.

“Inoltre siamo fermi alla vecchia convenzione stipulata undici anni fa tra basi di volontariato e Regione,– aggiunge Pintus – e questo significa coprire le attività per conto di Areus con le stesse tariffe di allora, fino ad ora mai aggiornate, nonostante gli aumenti dei costi di gestione e del carburante. Un rimborso del servizio reso assolutamente parziale”.

I volontari chiedono almeno una nuova iniezione di risorse, i cosiddetti ristori, per affrontare le spese e colmare l’incremento dei prezzi della benzina. 

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