Il laboratorio Covid della Microbiologia e virologia dell'Aou di Sassari, struttura diretta da Salvatore Rubino, rappresenta il centro di riferimento per l'analisi dei tamponi Covid del Nord Sardegna, con oltre 176mila tamponi analizzati da inizio pandemia. E ora è anche in prima linea nel coordinare tutte le attività per la ricerca delle varianti del coronavirus, in particolare per quella inglese.

"È importante capire quali siano quelle prevalenti - spiega Rubino - e per questo è nata subito una forte sinergia con i laboratori Ats di Olbia, Ozieri, Alghero, Nuoro, Lanusei e dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna che fanno riferimento alla nostra struttura e con l'Igiene pubblica".

"L'importanza del laboratorio Covid della nostra azienda - sottolinea il commissario straordinario dell'Aou, Antonio Spano - emerge anche adesso che è necessario mettere in campo un'azione rapida e mirata per bloccare la diffusione della variante inglese. E questo è possibile grazie all'impegno dei dirigenti, dei tecnici e degli specialisti in biologia molecolare e virologia che l'Aou ha assunto dall'inizio della pandemia".

Il centro prende parte a ricerche nazionali e internazionali e sta sviluppando maggiori capacità diagnostiche per la ricerca delle varianti. Attualmente utilizza una metodica che, nell'analisi del tampone molecolare, si basa sull'assenza dell'amplificazione del gene "S", la proteina Spike, dove sono localizzate le mutazioni delle varianti inglese, brasiliana e sudafricana. Ed è grazie a queste modalità d'azione che nei giorni scorsi sono stati immediatamente individuati i primi pazienti con questa variante.

Il 13 febbraio scorso, alcuni campioni arrivati da Bono e processati al centro Aou hanno evidenziato la potenziale presenza della variante inglese, poi confermata con il sequenziamento. "Abbiamo subito allertato l'Igiene pubblica - dice Salvatore Rubino - che ha avviato una campagna di prelievi e i tamponi che abbiamo processato nel nostro laboratorio nel weekend". La prossima settimana, si conclude la seconda campagna di monitoraggio promossa dall'Istituto Superiore di Sanita e la sequenza di sei di questi campioni sarà inviata all'Iss per contribuire alla determinazione della prevalenza della variante inglese in Italia. A coordinare questa attività con l'Iss e l'assessorato regionale alla Sanita per l'Aou sono la professoressa Caterina Serra e la dottoressa Elena Rimini.

"In questo modo - conclude il direttore del laboratorio - oltre a quelli di Bono, sono stati identificati anche diversi pazienti sospetti nel Nord Sardegna".

(Unioneonline/s.s.)

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