Dopo il Tar anche il Consiglio di Stato dà ragione al Comune di Sassari contro i ricorsi di Champoluc e CosarSe, le società che volevano costruire nelle aree dell’Argentiera e del Lago di Baratz.

La sentenza pubblicata ieri respinge l’appello delle immobiliari presentato in seguito alla delibera del consiglio comunale del 2022, quando si era decisa la “Presa d’atto d’infruttuosità della procedura ex art 52 delle Norme tecniche d’attuazione del piano urbanistico comunale”.

Come conseguenza la chiusura del procedimento esplorativo e l’avvio di una variante al Puc con cui si modificavano le Zone F4, a destinazione turistico-alberghiera, in siti diversi da quelli precedenti.

La delibera di tre anni fa sottolineava che “l’intervento non era rispondente a esigenze di integrazione dell’offerta turistica di questo Ente”.

Le due società facevano ricorso contestando l’incompetenza a decidere in merito del consiglio comunale e sostenendo che il Comune in passato aveva dato piena ammissibilità al progetto.

Ma il Collegio ha risposto che invece l’Ente “ha esercitato le proprie competenze in materia di pianificazione urbanistica” e aggiunge, “ha preso atto degli esiti negativi della istruttoria redatta dagli uffici e in particolare dal Dirigente del settore pianificazione territoriale”.

Secondo il Consiglio di Stato il Comune si è mosso all’interno dei suoi ambiti anche con le variazioni al Puc. E rimarca poi come “non risulta irrazionale la scelta dell’amministrazione comunale che, ai sensi delle disposizioni vigenti delle Nta del Piano paesaggistico regionale, ha ritenuto non rispettato il vincolo di stretta contiguità con l’edificato già esistente poiché la proposta di nuovo insediamento turistico che occuperebbe un’area di circa 40 ettari dista circa mt 750 dagli insediamenti urbani esistenti (segnatamente dal borgo dell’Argentiera)”.

“In definitiva, con la deliberazione 23/2022 l’Amministrazione non ha realizzato lo sviamento di potere richiamato con il motivo riproposto dalla società Champoluc, ma ha esercitato il proprio potere di pianificazione e ha ritenuto non più confacente alle proprie esigenze urbanistiche l’“esperimento della procedura esplorativa”, abrogando la previsione dell’art. 52”.

“Già il Tar - commenta l’ex sindaco Nanni Campus, al tempo alla guida di Palazzo Ducale - aveva confermato la nostra correttezza. Volevamo uno sviluppo turistico con il minimo spreco di territorio e intorno all’esistente delle borgate”.

“Ci sono investitori che se ne fregano del nostro territorio. Affermavano che dove volevano costruire erano i posti più belli. E proprio per questo penso, appunto, che non debbano essere cementificati”.

“Io mi auguro - conclude - che l’attuale amministrazione mantenga l’impegno di sviluppo che avevamo tracciato”.

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