Pesci, macchine dei pompieri, sipari, nuraghi, la Sardegna. Sono solo alcuni dei disegni realizzati a Sassari, da lunedì fino a ieri, dagli ospiti della GeNa nel murale di cinta dell’ingresso dell’istituto per diversamente abili. Un lavoro compiuto con la guida dello street artist Manu Invisible che si è prestato, a titolo gratuito, a condurre le 120 persone che vivono al Gesù Nazareno, o usufruiscono dei suoi servizi, nello scrivere la parola “Abilità” e a riempirla poi con il proprio estro.

«Ci sono catene dorate - afferma Manu da dietro la maschera che ne nasconde il volto - a simboleggiare l’unione tra le persone ma pure anelli deboli di ruggine per mostrare, in chiave allegorica, i pregiudizi di cui soffrono queste persone». L’opera è stata anche un’occasione per gettare luce sulla difficile situazione dei dipendenti della GeNa, che patiscono il complesso contesto finanziario della struttura. «Mancano i soldi - riferisce un’operatrice - anche per i laboratori rivolti agli ospiti e questo rappresenta per loro un’ulteriore deprivazione». Gli stipendi poi arrivano in ritardo e si teme da tempo un ridimensionamento se non la chiusura dell’istituto.

«Procediamo a un risanamento - dichiara Salvatore Piras, direttore del Gesù Nazareno - che sta dando i primi frutti ma se la Regione non aumenta le tariffe, ferme a 12 anni fa, il problema persiste». Ma la fine della GeNa nessuno la può accettare, a partire dagli ospiti. «Se chiude - sottolinea Paola, una di loro - a noi non rimane più niente».

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