Sassari, Casa della Divina Provvidenza: 43 ospiti a breve devono lasciare l'istituto
Lo storico istituto fondato da Padre Manzella sta per concludere la sua esistenzaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
C'è Rosa che piange, Mimma che non se ne vuole andare, e chi prega di restare perché non ha parenti pronti ad accoglierlo. Sono i prossimi “orfani” della Casa della Divina Provvidenza, istituto per anziani a Sassari, che a fine marzo chiuderà. Una conseguenza del fallimento decretato dal giudice a fine 2023. «Si stanno muovendo però - ha affermato ieri in una riunione Maria Rosaria, la cui madre è ricoverata da anni nella struttura - come se fosse la bancarotta di un'impresa commerciale».
Ci sono invece 43 ospiti che tra poco meno di due mesi saranno sradicati da quella che è, a tutti gli effetti, la loro casa. «Un trasferimento, per persone così fragili, dal punto di vista fisico ed emotivo, che può essere fatale». Uomini e donne, alcuni ultranovantenni, allontanati per giunta da coloro che sono divenuti, in alcuni casi, quasi l'unica famiglia, il personale della struttura. Ovvero le Oss che dovranno andarsene anche loro a breve. «Saremo senza lavoro e prenderemo la Naspi - dichiara Nunzia Udassi, una di loro - a meno che non ci assorba qualcuno». Una fine dolorosa visto che, come ricordano i parenti degli ospiti, si sono sacrificati e sacrificate per anni percependo stipendi a singhiozzo e, nonostante le difficoltà, dedicandosi con passione e professionalità agli ospiti. «Non rientriamo nel pacchetto, ci è stato detto dal curatore fallimentare», riferiscono. Cioè in quelle misure da mettere in pratica prima di chiudere la Divina Provvidenza. «È inaccettabile che tutto questo avvenga nel silenzio - aggiunge Maria Rita Sommo, presidente dei Joyful Soul, e una delle animatrici del volontariato nella struttura - anche dei politici. Speriamo che con le Regionali a breve qualcuno si faccia vedere».
Per adesso però non arrivano segnali e ci sono parecchie domande senza risposte. I lavoratori si chiedono infatti dove siano finiti i contributi stanziati dalla Regione, perché la Casa sia stata dichiarata inagibile e non si possano stabilire le attività in un'altra ala della Casa. Intanto il tempo scorre e lo storico istituto fondato da Padre Manzella sta per concludere la sua esistenza.