Tre richieste di rinvii a giudizio, 2 di assoluzione. Questo quanto sollecitato, oggi in tribunale a Sassari, in sede di udienza preliminare, dalla pm Lara Senatore sulla vicenda di una gara di fornitura a noleggio di apparecchiature biomedicali per la Clinica Oculistica dell’Aou di Sassari nel 2020. Che, l’anno scorso, aveva portato a due misure, eseguite dalla guardia di Finanza, di arresti domiciliari, a due sospensioni dall’attività medica e al divieto di intrattenere rapporti con la pubblica amministrazione. I cinque indagati sono accusati di «turbata libertà di scelta del contraente», perché avrebbero costruito, secondo la procura, un bando, a base d’asta per 5 anni di poco meno di 2 milioni di euro, su misura delle disponibilità della società AbMed, guidata dall’imprenditore cagliaritano Paolo Tronci, e della Promedical, amministrata da Maria Emanuela Tronci, sorella del precedente. La presunta combine per i 21 lotti, 18 vinti dai due, sarebbe nata, così sostiene la procura, con un accordo sotterraneo tra il presidente della commissione giudicatrice e dirigente medico Mario Sotgiu, ora in pensione, e lo stesso Paolo Tronci che avrebbe tra l’altro dato in una busta al primo le risposte ai quesiti tecnici dei concorrenti provocando la denuncia di un ex collaboratore e di un altro competitor.

Per l’accusa Tronci avrebbe suggerito i requisiti tecnici dei lotti “in modo tanto stringente da non consentire margini di valutazione discrezionale da parte della commissione di gara”. Sia per Tronci che per Sotgiu la pm ha chiesto il rinvio a giudizio. I legali del secondo, Letizia Doppiu-Anfossi e Gabriele Satta, si oppongono alla ricostruzione, affermando che Sotgiu è stato coinvolto nella commissione solo a marzo 2021, e non ha avuto nulla a che fare nella stesura del Capitolato, concluso un anno prima. Quanto alla possibilità di aver ricevuto doni da Tronci ricordano che, nello studio di Arzachena, dove le Fiamme Gialle non hanno sequestrato nulla, i macchinari sono stati noleggiati e pagati dal medico, come è stato dimostrato.

Le braccia operative del supposto inganno sull’appalto sarebbero state Antonio Pinna, direttore della clinica, e Antonio Lumbau, ingegnere clinico, incaricati di stabilire il contenuto del capitolato tecnico prestazionale. Per il primo la pm ha chiesto il rinvio a giudizio, per il secondo l’assoluzione. Per quanto riguarda Pinna, gli avvocati Elias Vacca e Pierluigi Carta, hanno ribattuto alle contestazioni sostenendo tra l’altro che il medico era stato coinvolto all’ultimo nel bando perché stavano scadendo i termini e non aveva mai partecipato prima a una gara simile. Mentre sui frequenti contatti tra lo stesso Pinna e Tronci hanno sottolineato che erano normali interlocuzioni tra un professionista e un tecnico e che Lumbau, se è per questo, ne ha avuti più del doppio. La domanda è poi: quale utilità avrebbe avuto Pinna? Risposta dei legali: nessuna. Gli avvocati Francesco Porcu e Danilo Sedda, per Lumbau, hanno riferito che questi ha seguito le indicazioni dei responsabili del suo ufficio, venendo tra l’altro tacciato di essere troppo “generico” nella bozza del capitolato, e che, tra le altre cose, aveva sostenuto l’inammissibilità dell’offerta di Tronci per decadenza dei termini. Sul punto di macchinari già presenti in Clinica e rinoleggiati è stato fatto presente da parte dei legali Carta e Vacca che si trattava di strumentazioni del tutto diverse. 

La magistrata ha chiesto anche l’assoluzione per Maria Emanuela Tronci e chiesto sei mesi in abbreviato per Roberto Orrù, difeso dai legali Alberto Ippolito e Andrea De Angelis del foro di Cagliari, accusato di favoreggiamento perché avrebbe cancellato dal telefono aziendale, così riporta la contestazione, «l’applicativo whatsapp e in particolare la chat intrattenuta da Paolo Tronci» con un ex collaboratore. Il giudice Paolo Bulla ha rinviato al 13 febbraio per la decisione. A difendere Paolo Tronci gli avvocati Guido Manca-Bitti  del foro di Cagliari e Nicola Satta, mentre Maria Emanuela Tronci dagli avvocati Guido Manca-Bitti e Massimo Macciotta del foro di Cagliari.

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