Assolta dall’accusa di evasione. Questa la sentenza, pronunciata nel pomeriggio in tribunale a Sassari dal giudice Paolo Bulla, a favore di una transessuale colombiana. Una vicenda curiosa che vede la 23enne, difesa dall’avvocato Gian Marco Mura, finire agli arresti domiciliari dopo una rapina compiuta a Roma. La misura, applicata nel capoluogo turritano, viene rispettata dalla giovane finché la coinquilina, oggi testimone in aula, non deve lasciare la casa per andare fuori città. G. S., dopo qualche tempo, finisce le provviste e, ormai allo stremo, si reca allora a comprare un panino con il kebab. Al ritorno trova però i carabinieri che la fermano appunto per evasione a fine aprile di quest’anno. Convalidato l’arresto non si sa dove collocare la 23enne perché viene ritenuto impossibile inserirla sia nella sezione maschile che in quella femminile, e per questo motivo deve subire 18 giorni in isolamento. Come noto infatti, Bancali, nonostante la recente costruzione, non dispone di una sezione dedicata alle persone transgender e transessuali come invece ha Roma, e il carcere di Rebibbia, dove viene poi trasferita G.S. Stamattina la pm Ilaria Achenza, l’imputata era presente in collegamento da remoto, ha chiesto un anno di reclusione mentre l’avvocato Mura ha dimostrato, facendo riferimento a una sentenza del 2020, la lieve entità del fatto. E alla fine il giudice ha deciso per l’assoluzione.

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