Il mistero della ladra senza identità. Che cinque anni fa ha sottratto dei preziosi da una gioielleria nel centro storico di Sassari facendo perdere le sue tracce. Ma del gesto era stata accusata una 47enne algherese finita a processo con l'accusa di furto e per cui il pm Antonio Piras, ieri in tribunale al termine della discussione, ha chiesto 3 anni e 6 mesi di reclusione.

Ad additare la donna, la proprietaria del negozio che pensava di averla riconosciuta in alcune foto segnaletiche mostratele dalle forze dell'ordine. Un'individuazione che l'avvocato difensore, Stefano Carboni, ha messo in dubbio facendo emergere l'incongruenza più grossa nelle accuse. Perché la sua assistita, poco prima che si compisse il reato, si trovava nella città catalana a ritirare una notifica nella caserma dei carabinieri. E avrebbe dovuto recarsi a gran velocità nel capoluogo turritano, rubare, e tornare ad Alghero dove la madre sosteneva si trovasse poco dopo con lei.

La prova regina, le immagini della videosorveglianza contenute in un cd, non sono state visionabili per un problema tecnico, e le foto estratte, secondo il legale Carboni, erano molto poco somiglianti alla 47enne. Alla fine la giudice Sara Pelicci ha pronunciato sentenza di assoluzione «per non avere commesso il fatto». Resta il giallo su chi sia la vera autrice del furto.

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