“Il fatto non sussiste”. Con questa formula il giudice monocratico del tribunale di Nuoro, Luisa Rosetti, ha assolto tutti e 13 gli imputati accusati a vario titolo di falso in atto pubblico, truffa e turbativa d'asta ai danni del Comune di Burgos , tra cui l'ex sindaco di Salvatore Arras, amministratori di altri Comuni del Sassarese, impiegati e revisori dei conti.

L'assoluzione era stata sollecitata dal pm Riccardo Belfiori, in quanto le intercettazioni - dalle quali era nata l'inchiesta di quella che veniva definita "Piccola Sindacopoli" - provenivano da un altra indagine e sono state ritenute non ammissibili in questo procedimento.

Oltre all'ex sindaco Arras sono stati assolti Maria Antonietta Salis, responsabile dei servizi finanziari del Comune di Burgos, Maria Giovanna Carroni, commercialista e revisore dei conti, Angelo Crabolu, ex vicesindaco di Nule, Luigi Deffenu, Giuseppe Tilocca, Francesco Salis, Francesco Farris, Carlo Saba, Leonardo Nughedu, Angelo Lodde, Maria Giovanna Nughedu, Bachisio Molotzu.

I tredici imputati erano accusati di aver allestito, tra il 2013 e il 2014, un sistema di appalti pilotati che spaziava dall'affidamento di incarichi alla turbativa di aste pubbliche.

A sostenere la la non utilizzabilità delle intercettazioni tutti gli avvocati che hanno difeso gli imputati, Lorenzo Soro, Gianluigi Mastio, Ivano Iai, Giuseppe Malandrino, Giovanni Colli, Francesco Mossa e Antonio Falchi.

Secondo le difese, infatti, il castello accusatorio era stato costruito dalle intercettazioni emerse nel 2013, dalle indagini relative agli attentati incendiari subiti dal comandante e dal vice comandante della stazione dei carabinieri di Burgos. L'accusa riteneva centrale la figura dell'allora sindaco Arras che nel dicembre 2018, dopo essere stato rieletto, aveva anche subito un attentato incendiario alla sua auto con scritte minatorie apparse sul muro dell'abitazione.

(Unioneonline/l.f.)

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