Pesca illegale, furto di pescato e continui abusi nelle acque del Golfo dell’Asinara, e in particolare nell'Area Marina Protetta del Parco nazionale, una minaccia per chi vive con fatica delle ricchezze del mare.

A lanciare l’allarme è il Flag Nord Sardegna che raccoglie le proteste quotidiane di molti pescatori, che ogni giorno si vedono depredare, dagli attrezzi calati in mare, quintali di prodotti ittici pregiati.

“Il danno arrecato, oltre quello notevole di carattere ambientale, incide sensibilmente sotto l’aspetto economico per gli operatori della pesca, - sostiene Benedetto Sechi, presidente Flag - costretti a salpare reti e nasse già svuotate e a dover sostenere i costi di carburante e di gestione complessiva dell’imbarcazione, oltre alla fatica del lavoro perduto. Difficile non pensare che tutto questo prodotto vada a finire solamente per consumi personali, viste le grandi quantità sottratte”.

Oltre alla crisi sanitaria con i suoi effetti nefasti sul’economia, con l’avvio della stagione turistica, il fenomeno potrebbe aggravarsi ulteriormente con l’aumento dei consumi, trovando acquirenti poco interessati a verificare l’origine del prodotto.

"I controlli sono certamente insufficienti, perciò chiediamo vengano intensificati ma soprattutto coordinati tra le diverse forze dell’ordine direttamente dalla Prefettura di Sassari – aggiunge Benedetto Sechi -. Chi pratica il furto e la pesca illegale con gommoni ma anche con imbarcazioni opportunamente attrezzate fa, presumibilmente, base nei porticcioli dell’area del Golfo dell’Asinara, perciò non dovrebbe essere difficile la loro individuazione”.

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