Il consiglio comunale di Porto Torres dà il via libera al Regolamento di affidamento e prossimità familiare.

L'obiettivo è creare una rete di famiglie che possano rappresentare un supporto ai minori in condizioni di disagio. Il regolamento amplia il ventaglio dei soggetti affidatari: coppie con figli, coppie senza figli o persone singole, e nonni affidatari in ragione di alcune tipologie di affidamento, coppie omogenitoriali.

L'intenzione generale è quella di ricreare in città un ampio senso di comunità che si attivi per le situazioni di bisogno. Una prima esperienza se pur estemporanea di questo tipo è stata fatta in risposta all’emergenza dei profughi ucraini: in quell'occasione il Comune aveva ricevuto molte adesioni e gli uffici si erano occupati con un’equipe strutturata di fare i colloqui e le valutazioni.

Una decisione votata contro dal capogruppo della Lega, Ivan Cermelli: “Penso che questo Regolamento molto caro ai temi della sinistra, sia uno strumento che forza la mano, qualificando famiglie quelle non riconosciute dalla legge” sottolinea. “Laddove non arriva il legislatore ci arriva il Comune di Porto Torres stravolgendo le fonti gerarchiche del diritto, ovvero noi facciamo un Regolamento che il nostro Parlamento non ha legiferato”.

Per il sindaco Massimo Mulas e l’assessore ai Servizi Sociali, Simona Fois: “Si tratta di adeguamento alla normativa  nazionale che predilige l’affidamento intrafamiliare come primo step per i minori che hanno bisogno di essere collocati al di fuori delle loro famiglie di origine”. Una svolta che risolverebbe anche problemi di costi affrontati dall’amministrazione, risorse dell’avanzo libero che ammontavano a circa 400mila euro all’anno. “Denaro che potrebbe essere utilizzato in maniera proficua per la comunità”, aggiunge il sindaco.  Sarà un equipe multidisciplinare composta da educatori, psicologhi assistenti sociali, a valutare le famiglie idonee.

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