Pericolo di smottamento lungo il tratto costiero orientale di Porto Torres dove, all’interno del banco di calcare, sono molteplici i rinvenimenti di sepolture di diverse tipologie tra cui le tombe ad arcosolio. Sepolcri utilizzati da piccole comunità o associazioni funerarie a scopo cimiteriale in età romana tra il II e il VII secolo d.C.

L’allarme è stato lanciato dal Comune turritano, che ha chiesto l’intervento della Soprintendenza dei beni culturali di Sassari e Nuoro per un sopralluogo necessario a capire l’entità del cedimento che interessa l’area compresa tra il porto e la chiesetta di Balai. Nei prossimi giorni è prevista una ispezione nella zona retrostante l’Istituto Tecnico Nautico che conserva una delle aree funerarie più interessanti dell’antica Turris Libisonis. Si tratta di un complesso di sepolture ipogeiche situate di fronte alla spiaggia Lo Scoglio Lungo, ricavate nella collina calcarea, utilizzate tra il III e il VII secolo d.C. Un sito formato da quattro ambienti adiacenti, nelle cui pareti si aprono numerosi arcosoli. Circa 50 sepolture, tra sarcofagi e tombe a fossa, alcune delle quali arricchite da oggetti di corredo, tra i quali una brocca in rame, gioielli in bronzo e argento, un pettine in osso e una stadera in bronzo. Il sopralluogo dei tecnici e degli archeologi della Soprintendenza, accompagnati dal presidente del consiglio Franco Satta, servirà per studiare un piano di intervento per la messa in sicurezza del sito, da concordare con l’amministrazione comunale. 

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