Porto Torres, nuovi lavori di scavo nell’area della Domus dei mosaici marini
Proseguono gli interventi per valorizzare l’antica Turris LibisonisPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un prezioso gioiello nella grande area archeologica di Turris Libisonis, città antica di Porto Torres. Nei giorni scorsi hanno preso avvio i lavori di completamento del progetto di scavo, restauro e valorizzazione della Domus dei Mosaici Marini. Si tratta della la fase conclusiva del progetto “Area archeologica della colonia Iulia TurrisLibisonis: scavo, restauro e valorizzazione ai fini turistico-culturali dell’impianto urbano e delle residenze patrizie” a cui è stato destinato un finanziamento ministeriale complessivo di 577.200 euro.
Gli interventi di completamento, per un importo di 101.495,13 euro, sono a cura del Segretariato regionale del Ministero della cultura per la Sardegna e della Soprintendenza Archeologia belle Arti e paesaggio di Sassari e Nuoro.
I lavori comprendono il restauro dei mosaici ritrovati durante l’intervento di scavo del 2003, tra i quali i riquadri con la raffigurazione della fauna marina del golfo dell'Asinara. Sarà inoltre portato a termine lo scavo del "fornetto" tardo antico ritrovato nel 2022, al fine di rendere completamente fruibile il grande ambiente a sud-ovest dell'edificio.
Infine verrà messa in sicurezza e restaurata la piccola vasca con seduta (semicupio), anch'essa ritrovata nell'ultima campagna di scavo. Saranno anche messe in sicurezza porzioni di murature, in particolare la volta di un ambiente attualmente sostenuta da puntellatura. Contemporaneamente è in fase di progettazione u
n importante, ulteriore lotto di lav ori relativo al complesso archeologico, che consentirà di definire i margini dell'edificio e il suo rapporto con le vie che partono dal ponte sul Rio Mannu, di realizzare un percorso di visita in sicurezza, di individuare una soluzione per la copertura del complesso, necessaria per la protezione delle strutture e delle pregiate decorazioni pavimentali e parietali.Da centro termale a luogo di culto cristiano, sono ancora tanti i dubbi sulle nuove scoperte nella Domus. Un edificio a tre livelli con dieci ambienti con rivestimenti musivi di particolare bellezza: un piano rettangolare, un vano absidato, un piccolo ambiente absidato, un corridoio, un vano con una grande vasca, due ambienti piccoli laterali, a cui si aggiungono le ultime scoperte dello spogliatoio, il grande vano rettangolare e il vano absidato più ampio al piano zero. Gli elementi rivelano che l’edificio ha avuto almeno due periodi di utilizzo, uno nel III secolo d.C. e uno finale del IV - V secolo d.C.
Se negli scavi 2003-2004 il complesso sembrava una lussuosa Domus patrizia della città padana antica, con ambienti disposti su più livelli, panoramici sul Rio Mannu, un complesso di una ricchezza notevole.
Lo scavo del 2022 ha rivelato nuovi particolari sulla domus che consentono di avanzare le ipotesi che si tratti di un apparato termale che si estende per un isolato intero.
La presenza di un’area riscaldata e di ambienti freddi fanno pensare ad un ambiente termale divenuto in seguito un luogo di culto cristiano.
Gabriella Gasperetti, archeologa e responsabile di progetto sottolinea: «Lavori attuali dureranno due mesi e il complesso sarà protetto con coperture a contatto in attesa dell'ulteriore grande intervento, che consentirà di dare finalmente una veste e una visione adeguata di questa straordinaria domus di Turris Libisonis, adagiata sulle pendici del colle rivolte verso il fiume, in posizione scenografica per chi entrava in città da occidente e utilizzata fino alla prima età cristiana».