«Nel centro urbano gli eventi falliscono senza neppure essere annunciati, ma nelle periferie la situazione è ancora più drammatica. Nel cartellone degli eventi non c’è traccia dei quartieri popolari  che per la prima volta, dopo decenni, vedono la presenza iconica e bene augurante di una luminaria appesa tra le vie appena una settimana prima dal Natale».

La polemica per il Partito sardo d’Azione di Porto Torres, sezione Simon Mossa, è diventata una questione politica. «Non solo il centro commerciale cittadino lamenta giustamente gli inaccettabili ritardi nella programmazione del Natale, dei suoi appuntamenti culturali, musicali, enogastronomici, del posizionamento dell'arredo urbano luminoso e fisso. Ma la cittadinanza tutta registra il completo abbandono dei quartieri periferici».

In sintesi: «Nelle periferie il clima di festa non si respira e neanche si vede». I sardisti denunciano una mancata programmazione natalizia. «La più anonima e povera degli ultimi due decenni, delegata nella quasi totalità alle poche associazioni culturali cittadine e alla buona volontà dei commercianti turritani che continuano ad operare per il bene della città in maniera disinteressata e gratuita». L’affondo sulla comunicazione istituzionale «completamente deficitaria e manchevole», dicono «pagata a caro prezzo dai cittadini, senza un manifesto affisso o una brochure distribuita alle famiglie, e che viene quasi delegata al “volontariato politico” di due o tre persone che cercano di rimbalzare sui vari gruppi i pochissimi eventi natalizi in cartellone». I dirigenti del Psd’Az  lamentano la mancata visione politica. «Porto Torres non è una città spenta solo oggi per l’assenza di luminarie, - sostengono - è una città spenta da tre anni per l’assenza di capacità amministrativa, di programmazione, di guida e coordinamento dei processi e delle azioni».

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