«Questo accendino d’argento racconta il mio rapporto col giudice Falcone. Me lo consegnò quando decise di smettere di fumare, mi disse di tenerlo in custodia e di restituirglielo una volta che avesse deciso di riprendere a fumare, ma purtroppo non feci in tempo, la strage di Capaci cancellò tutto. Ho deciso di tenerlo perché mi dà la forza di combattere».

Quell’accendino lo ha estratto dalla tasca Pietro Grasso, l’ex presidente del Senato e della Direzione nazionale antimafia salito nella “cattedra” del liceo Mario Paglietti di Porto Torres, in occasione della iniziativa “Memorie e impegno nei luoghi della legalità e la giustizia”, promossa e curata dalla fondazione Vittorio Occorsio, nell’ambito del progetto “La giustizia adotta la scuola”, per raccontare la sua testimonianza di lotta contro la mafia, la sua amicizia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, vittime simbolo della battaglia contro la criminalità organizzata.

Una lezione magistrale tenuta insieme ad un altro illustre ex magistrato, Giovanni Salvi, presidente del Comitato scientifico della Fondazione “Vittorio Occorsio” e già procuratore generale presso la Corte di Cassazione. «Siate voi giovani, gli adulti del domani, a combattere con le vostre armi l’illegalità», hanno sottolineato i due presidenti. Non solo un approfondimento sul tema giustizia ma una vera lezione sulla loro esperienza di vita e professionale, quando ancora indossavano la toga, un racconto sui fatti criminali che hanno segnato particolarmente l’Italia negli anni ’80, insegnamenti rivolti ai tanti studenti che questa mattina hanno riempito l’auditorium del liceo, presenti insieme ad insegnanti e rappresentanti delle Istituzioni civili e militari.

A portare i saluti istituzionali il sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas, il direttore del Parco nazionale dell’Asinara, Vittorio Gazale e il dirigente scolastico Daniele Taras, presenti al tavolo moderato dall’insegnante Flavio Piras. Durante la mattinata anche i saluti della prefetta di Sassari, Paola Dessì. All’incontro era presente la coordinatrice regionale della fondazione Occorsio, Ursula Ruiu.

Dal giudice Cesare Terranova al presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, il capitano dei carabinieri Emanuele Basile, il procuratore Gaetano Costa, uomini di Stato uccisi perché impegnati a combattere i traffici di droga, le organizzazioni terroristiche e la mafia. E poi ancora Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Un lungo elenco di uomini protagonisti di un periodo della Sicilia violenta quando efferati omicidi erano all’ordine del giorno. Grasso racconta che «proprio negli anni ‘80 comincia la guerra di mafia che fa lastricare di cadaveri le strade di Palermo, una scia di attentati mortali: tra gli anni ‘81 e ‘83 si registrano circa 600 morti ammazzati per le strade, più quelli morti di lupara bianca fino a raggiungere il numero impressionante di mille cadaveri in pochi anni. Nel frattempo continuano gli omicidi eccellenti di coloro che rappresentano le istituzioni, un fenomeno che bisognava contrastare».

Quindi la nascita del pool antimafia, il maxi processo contro Cosa Nostra, preparato dai giudici Falcone e Borsellino nell’isola dell’Asinara. L’ex magistrato ha spiegato il dovere di raccontare la sua testimonianza e gli insegnamenti ricevuti da Falcone e Borsellino.

«Voglio ritornare all’Asinara per vivere quell’emozione – ha detto commosso Grasso  - un luogo della memoria che custodisce la storia di due grandi uomini, che per un mese soggiornarono costretti nella foresteria per preparare il processo che vide alla sbarra 475 imputati».

Il procuratore Salvi ha ricordato l’efferato omicidio di Vittorio Occorsio, magistrato vittima di un attentato terroristico di matrice neofascista, Ordine Nuovo,  avvenuto a Roma il 10 luglio 1976.

«L’assassino di Occorsio, Pierluigi Concutelli, fu detenuto nel carcere dell’Asinara, dove strangolò con le sue mani due detenuti che avrebbero dovuto deporre nel processo della strage di Bologna», spiega Salvi che racconta l’inizio del periodo di sangue in Sicilia. «La prima strage risale al 1963 quando esplose una Giulietta che provocò la morte di sette tra carabinieri, artificieri e polizia di Stato». Per gli studenti una lezione straordinaria dei principi sulla legalità e sulla giustizia, che rappresenta un importante passaggio per il lavoro di approfondimento su tali temi, che potrà trovare completamento nella visita all’Asinara da svolgersi a settembre.

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