Il pane è l’unico bene a non mancare: viene prodotto in paese. Ma per esportarlo nei paesi limitrofi, le ceste devono essere trasportate a braccia. Ma a Banari manca la linea telefonica mobile, le corriere dell’Arst non arrivano più. Per uscire dal paese: o si usano vecchie strade quasi impraticabili, o bisogna affidarsi ad amici o conoscenti che arrivano con l’auto al di là del check point. 

Il confine è sulla strada provinciale 41 Bis per Siligo, unico accesso e unica uscita: qui il maltempo il 30 maggio ha fatto crollare il vecchio ponte romano sul quale poggia la carreggiata. E la Provincia ha ordinato la chiusura. 

«Siamo piombato nell’Ottocento, senza nemmeno una strada», spiega l’assessore alle Politiche sociali di Banari, Francesco Di Stefano, «isolati, senza che venga nemmeno ipotizzata una data per la fine di questi pesantissimi disagi». 

I banaresi che lavorano nella casa di riposo di Siligo «arrivano a questa sorta di Striscia di Gaza, proseguono a piedi oltre il ponte, e qualcuno deve andare a prenderli. E se dovesse esserci un’emergenza, con la necessità di un’ambulanza?», si chiede il  rappresentante della giunta comunale. Domanda retorica: lì i mezzi di soccorso non possono passare.

La comunità di Banari teme che la soluzione – un intervento sul ponte – sia tutt’altro che vicina. Per questo venerdì l’amministrazione, con quella di Siligo, ha convocato un incontro in Municipio al quale sono invitate anche Provincia e Regione: l’appuntamento è per le 12, si attendono risposte. 

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