Omicidio colposo, occultamento di cadavere e anche incendio doloso

Sono le accuse che la Procura di Sassari è pronta a contestare a Fabiano Mario Saba, il 49enne sassarese iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Antonio Masia, l'operaio, suo collega, morto il 25 luglio nell'impianto di trattamento rifiuti della Gesam, a Truncu Reale.

Come accertato dagli investigatori della Squadra Mobile in seguito alle indagini e all'autopsia, Masia, che inizialmente si pensava fosse rimasto vittima di un malore, è stato ucciso da un mezzo meccanico.

Il 6 agosto, poche ore dopo un sopralluogo degli inquirenti nell'impianto e il sequestro dei telefoni di tutti i dipendenti, lo stabilimento era stato distrutto da un incendio doloso che per giorni aveva impegnato i vigili del fuoco e creato un allarme ambientale.

La Procura indaga per capire se il rogo e la morte di Masia siano in qualche modo legati fra loro, e se entrambi i fatti siano imputabili all'operaio indagato: le fiamme infatti potrebbero essere state appiccate per cancellare le tracce dell'incidente mortale sul lavoro.

Qualche chiarimento potrebbe arrivare dagli accertamenti sui telefonini sequestrati. 

Intanto Saba, per voce del suo avvocato difensore Pierfrancesco Cherchi Minniti, proclama la sua innocenza: "Il mio assistito ha già detto agli inquirenti di essere estraneo ai fatti contestati, e lo ribadisce. Aspettiamo di avere gli atti di indagine per poter dare ulteriori risposte". 

(Unioneonline/l.f.)

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