Giovannino Pinna, il sub 35enne indagato per omicidio colposo e furto della barca, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Accompagnato dal suo legale, l’avvocato difensore Luca Barrocu, si è presentato presso la caserma della compagnia di Porto Torres, zoppicante e aiutato da una stampella è salito sulle scale varcando la soglia della sede dei militari, in via Antonelli. Era stato convocato per essere sentito dagli inquirenti che indagano sul naufragio avvenuto il 12 aprile scorso.

Invece ha deciso di fare scena muta sulla vicenda che presenta tanti punti oscuri, aspetti che il pubblico ministero, Lara Senatore, titolare dell’inchiesta aperta dalla Procura di Sassari, intendeva chiarire nell’interrogatorio fissato questa mattina alle 11.30 presso la stazione dei carabinieri. Vittima del naufragio, il cugino Davide Calvia, il 38enne rivenuto il 22 aprile a Lu Bagnu, una insenatura del litorale di Castelsardo.

L’autopsia eseguita dal medico legale Salvatore Lorenzoni, aveva fatto emergere la presenza di “politraumi” le cui cause si conosceranno fra qualche giorno, quando verrà depositata la relazione sulla perizia. Giovannino Pinna potrebbe aver rilasciato dichiarazioni spontanee rispetto alle accuse e ai capi di imputazione che gli vengono contestati. «Se parla è bene, ma se non parla si accollerà le colpe», ha detto Nadia Calvia, sorella di Davide.  

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