Monete rare, o forse no. Un 72enne di Sassari si trova sotto indagine per ricettazione di beni culturali dopo il ritrovamento, a casa sua, di 40 monete il cui valore, e provenienza, potrebbero portare a un rinvio a giudizio.

Ma sul punto è scontro tra il pm Gianni Caria e l’avvocato della difesa, Pier Giovanni Arru, il quale ha depositato la documentazione che, a suo dire, dimostra l’innocenza del suo assistito.

Le monete rappresentano in realtà la fase successiva della vicenda iniziata quando l’uomo ha messo in vendita su ebay il registro, datato 1836, “Professioni delle monache isabelline di questa città di Sassari”.

Un’eredità di famiglia, secondo la difesa, qualificata però per la legge - così riferisce la contestazione - come “bene culturale”, di cui l’uomo si voleva disfare dandolo a un prezzo di saldo: 100 euro. Ed è proprio questa cessione tramite internet a mettere in moto, una volta notata, gli ingranaggi della giustizia.

Questa sospetta che il registro provenga da un furto e perquisiscono l’abitazione dell’indagato trovando le citate 40 monete. Per qualificarle come rare dovrebbero provenire da uno scavo o dalle profondità marine, e l’accusa ipotizza che alcune siano di epoca romana.

L’ipotesi è però respinta dal legale che sostiene, in modo opposto, come in realtà siano della collezione del padre del 72enne, che sono state comprate a lotti online, e che hanno un valore pari a zero o quasi. E sulla possibilità che il registro sia stato rubato, il legale riferisce che non esiste alcuna prova in questo senso. Gli interrogativi sono aperti e sarà il giudice a esprimersi e disporre, nel caso, un rinvio a giudizio.

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