Lo scalo marittimo di Porto Torres non decolla, Mulas: «Serve un commissario regionale»
Una regia unica sulle opere da realizzare e ancora in corso, per accelerare le tempistiche e superare gli ostacoli burocraticiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un'unica regia per far “correre” le opere portuali, necessarie a disegnare il progetto di rilancio dello scalo marittimo di Porto Torres. È la linea del sindaco Massimo Mulas, la prospettiva di sviluppo per restituire dignità ad un porto al centro del Mediterraneo, dotato di un enorme bacino acqueo ma poco arredato e ancor meno utilizzato. «La nostra necessità è quella di istituire un commissariamento regionale, - dice il sindaco - una regia unica sulle opere da realizzare e ancora in corso per accelerare sulle tempistiche, un passaggio che soltanto la Regione Sardegna può chiedere al Ministero, perché si possano superare una serie di ostacoli burocratici che impediscono al porto di Porto Torres di crescere e bloccano lo sviluppo di un intero territorio del Nord Ovest della Sardegna».
Il primo cittadino traccia la strada per uscire dal pantano in cui è rimasto intrappolato lo scalo turritano. A rischio c’è l’Antemurale di Ponente, l’opera infrastrutturale da oltre 30 milioni, attesa da circa dieci anni, tempi che potrebbero slittare ancora. La lievitazione dei prezzi, la causa dello stop, dopo un iter complesso che ha visto osservate ben 21 prescrizioni. «Qualcuno dimentica con dolo che siamo un’isola e la portualità è fondamentale per una città come questa, la tredicesima della Sardegna – aggiunge Mulas - quindi chiediamo un canale privilegiato regole specifiche perchè non si debba aspettare ulteriori 15 anni per vedere finita un’opera». Nell’elenco delle infrastrutture portuale da portare a compimento manca l’escavo nel bacino acqueo al centro della banchina Dogana Segni. «Lavori che si potrebbero svolgersi indipendentemente dall’Antemurale», dice il sindaco.
«E poi la risega di una delle banchine dell’Antemurale già esistenti, perché significa avere un attracco in meno – aggiunge – e quella negli Alti Fondali dove una roccia impedisce l’approdo, senza tralasciare il decoro del porto civico, che si affaccia sulla città ma è privo di camminamenti e marciapiedi, oltre che di tutta una serie di protezioni al posto dell’indecoroso new jersey». E poi c’è il porto industriale, con ettari di aree retro portuali potenzialmente produttive ma ferme da troppo tempo. «Con la Port Authority stiamo lavorando per realizzare nuovi banchinamenti, attraverso una vasca di colmata importante, nel tratto compreso tra la diga foranea e il pontile Secchi. Per fare questo servono tempi celeri, mentre ogni volta che ci muoviamo, impieghiamo circa 15 anni per vedere un’opera realizzata e compiuta». Nelle settimane scorse, il primo cittadino, aveva illustrato i vari dossier alla governatrice, Alessandra Todde, per dare gambe alle azioni necessarie a rendere il secondo porto dell’Isola, funzionale e operativo. Nei prossimi giorni l’audizione del presidente della Port Authority, Massimo Deiana, convocato in commissione congiunta, su richiesta del gruppo consiliare di minoranza.