«Quello della sicurezza è un tema centrale per la vita dei lavoratori e dei cittadini, ma se ne parla poco e soltanto in occasione del verificarsi di questi casi o, peggio ancora, quando accadono le tragedie, perché strettamente legato a questioni di carattere economico, poiché la sicurezza ha un costo, come le procedure di sicurezza e la formazione dei lavoratori, e lo stesso richiamo alle aziende alle loro responsabilità ha un costo. Succede perché il lavoro non è considerato fondamentale per l’esistenza di un essere umano». 

Massimiliano Muretti, segretario generale Cgil Sassari, sottolinea alcuni aspetti sul fenomeno degli incidenti nei luoghi di lavoro, a seguito della vicenda che ha coinvolto Fabio Serra, operaio di 50 anni di Ossi, rimasto gravemente ferito ad una mano mentre era impegnato nelle operazioni di sostituzione di un perno della benna di un escavatore. Dopo l'incidente successo ieri mattina, 7 febbraio, si trova ricoverato presso l'ospedale civile di Sassari per aver riportato un grave trauma da schiacciamento e fratture alle dita e al polso destro. L'infortunio mentre stava svolgendo alcune attività di rimozione di materiali ferrosi, nel cantiere demolizioni, un’area esterna alla centrale termoelettrica di Fiume Santo che fa capo alla società committente Despe

All’interno della Fiume Santo spa la procedura sulle misure di sicurezza da qualche tempo è diventata più severa. Ormai da cinque anni non si verificano casi di infortunio. Resta il problema dei lavori assegnati in subappalto. «Gli infortuni sul lavoro avvengono spesso nei settori della edilizia - sottolinea Muretti – perché ci sono lavoratori stabilmente precari, su cui diventa difficile incidere in maniera compiuta. Cambiano spesso aziende, con cambi di mentalità sull’approccio al lavoro e condizioni che spesso producono questi effetti. Una questione complessa che va affrontata anche nelle scuole dedicando ore di lezione alla sicurezza».

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