Le campagne di Pozzomaggiore sono il luogo dell’anima. Quella vita vera caratterizzata da levatacce all’alba per accudire pecore, maiali e cavalli. Il 37enne Andrea Rosas, però, non disdegna la vita virtuale, fatta di social e di canzoni da condividere. È lì che la vena artistica di quest’uomo prende forma e riscuote consensi insperati, come testimoniano le migliaia di visualizzazioni raggiunte dai video del cantante-pastore. Così, parlare di star del web non è azzardato: l’invito alla trasmissione Rai “I soliti ignoti”, fatto recapitare da Amadeus, conferma tutto. Intanto, le serate tra i palchi dell’Isola si scorgono all’orizzonte. Si parte oggi da Tonara, per una Pasquetta tra torrone e musica.

I suoi video spopolano sul web. Andrea Rosas è un pastore o un cantante?

«Tanto per cominciare sono un allevatore, perché tutte le mattine alle 4 vado in azienda a seguire il bestiame. Al tempo stesso, però, sono pure un impiegato pubblico, perché alle 7.30 devo essere nell’ufficio veterinario a Thiesi. Il pomeriggio, poi, devo ritornare in azienda per la mungitura serale».

Quando trova il tempo per la musica?

«Non vedo l’ora che arrivi la bella stagione. Tra pochi mesi inizieranno le serate nelle piazze e le pecore mi daranno un po’ di tregua».

Come e quando nasce questa sua vena artistica?

«Il sogno di fare il cantante l’ho coltivato seriamente a 22 anni, quando ho iniziato a fare i primi provini per trasmissioni tv come Amici e XFactor. Dopo sono entrato in un’agenzia che mi ha dato l’opportunità di farmi le ossa. Adesso, dopo 15 anni, posso dire di aver raggiunto una certa esperienza».

Cosa rappresenta il palcoscenico per il cantante-pastore Andrea Rosas?

«Adoro starci sopra, trasmettere emozioni e al tempo stesso viverle. Quando mi esibisco e ho davanti a una piazza piena mi sento un po’ “invincibile”».

Dai provini dove cantava in italiano e in inglese, alle attuali canzoni, perlopiù in lingua sarda. È questa la strada definitiva?

«È stata una scelta quasi naturale, ho visto uno sbocco. I miei primi brani li hanno scritti Nicola Cancedda e Maria Luisa Congiu».

Come è arrivata la ribalta-social?

«Una cosa inaspettata. I video che faccio con gli animali, dove magari mi metto a cantare in azienda, sono tutti all’insegna della spontaneità. Credo che questo aspetto alla gente piaccia parecchio. Anche le canzoni che eseguo mentre mungo una pecora spesso non sono perfettamente intonate. Quando ho voglia di cantare, accendo il telefono, registro e pubblico».

Che ruolo rivestono i social nella sua vita?

«Mi hanno permesso di raggiungere un pubblico vasto e di arrivare in televisione. Li uso con semplicità, da Facebook a Tiktok. Dal punto di vista artistico sono molto importanti, sebbene sia consapevole di una cosa: la vita vera è un’altra».

Dove vuole arrivare il cantante-pastore?

«Mi va bene la mia vita attuale. A breve sarò in piazza con lo spettacolo “Andrea Rosas, Sonos de Sardigna”».

Gianfranco Locci

© Riproduzione riservata