Assolti perché il fatto non sussiste. È finita oggi in tribunale a Sassari la vicenda giudiziaria di Massimo D’Agostino, sindaco di Bonorva, e della responsabile del settore socio-assistenziale del paese, accusati entrambi di abbandono di persona incapace. Un’ipotesi di reato nata prima da un esposto anonimo, che segnalava presunte sottrazioni di denaro a una signora con disabilità del centro logudorese, e poi a un’indagine che aveva coinvolto le due figure del Comune.

La presunta responsabilità sarebbe consistita nell’aver appunto “abbandonato” la donna, addebito contestato oggi in abbreviato davanti al gup Sergio De Luca dall’avvocato della difesa Gianmarco Mura. Il legale ha sottolineato come la parte offesa in realtà venga monitorata dai servizi sociali, viva in buone condizioni e sia inserita nel contesto sociale del suo rione, senza che si sia denunciata alcuna mancanza. Tanto che, sottolinea Mura, questa riceve ogni giorno i pasti cucinati altrove per evitare che usi i fornelli del gas.

Alla richiesta di rinvio a giudizio della procura la difesa aveva poi ribattuto come il monte ore assegnato dai servizi sociali alle persone che soffrono di fragilità, come in questo caso, non è scelto in autonomia dal settore ma è frutto dei calcoli e dei parametri stabiliti dalla Regione. Allo stesso tempo non è compito del primo cittadino poter cambiare decisioni prese in altra sede, sostiene l’avvocato, che ha rimarcato in conclusione come non è mai esistito alcun abbandono della signora. E il giudice per le udienze preliminari, al termine della camera di consiglio, ha disposto l’assoluzione per entrambi.  

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