Fosso della Noce, il geologo: «Se necessario giusto intervenire, ma con le opportune cautele»
L’opinione di Mario Tozzi sul lavoro da 5 milioni di euro che ha provocato le proteste dei comitati localiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Non giudico l’opera del Fosso della Noce. Sarebbe supponente per chi l’ha studiata mesi e anni».
Mario Tozzi, geologo, primo ricercatore del Cnr, conduttore di programmi scientifici in Rai commenta l’intervento previsto dal Comune nella valle sassarese. Un lavoro da 5 milioni di euro che ha provocato le proteste dei comitati locali.
«Posso parlare solo dell’aspetto geologico in generale. E questo ti dice che nei fossi meno tocchi e meno danni fai». Il problema gira sempre intorno alla quantità di cemento utilizzata. «Non sono in grado di dire se si possa farne a meno in questo caso. Di solito è un cattivo servizio usarlo a meno che non ci sia una situazione di urgenza». Che è quella prospettata per la zona a causa del livello di rischio idrogeologico HI4, il più pericoloso.
«Posso affermare che oggi, in questi casi, il tentativo è quello di lavorare con materiali naturali, come la canapa, per avere un effetto sul deflusso delle acque». Alternative quindi, secondo Tozzi, meno impattanti e che ricostruiscono l’equilibrio dell’habitat.
«Teniamo conto che la natura non è né cattiva né assassina, semplicemente tu ti sei messo nel posto sbagliato». Un riferimento preciso, legato alle alluvioni recenti e passate come quella di Olbia: «Se hai messo delle costruzioni in situazione di pericolo, come a Ischia, sono quelle che devi levare per mettere in sicurezza». E se le opzioni, per il divulgatore, sono state di sicuro prese in considerazione dai progettisti, rimangono le contestazioni dei comitati.
«Avrebbero dovuto – afferma – far sentire la loro voce nella conferenza dei servizi». Poi fa una considerazione sulla città: «Sassari ha avuto uno sviluppo poco pianificato e che definire caotico è dire poco».
E conferma i grandi mali per l’Isola e la sua terra: «Il dissesto idrogeologico e la bulimia costruttiva. Si vuole edificare dappertutto mutando il paesaggio rurale e aggredendo le coste».