Foresta eolica nel mare sardo, l’ira dei sindaci: «Il Ministero ci ignora con motivazioni ridicole»
Rigettata la richiesta di inchiesta pubblica sul progetto Mistral, che prevede l’installazione di 32 pale alte 355 metri tra Capo Marrargiu e Capo MannuPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sindaci sul piede di guerra per la decisione del Ministero di rigettare la richiesta di indizione dell’inchiesta pubblica sul progetto eolico offshore Mistral. «Siamo molto amareggiati. È una scelta incomprensibile che prevarica ancora una volta la tutela e gli interessi dei territori e le competenze specifiche degli Enti Locali in termini di programmazione urbanistica. Un vero atto di censura nei confronti della comunità che ha chiesto di essere coinvolta, un colpo inferto all’autodeterminazione dei territori, che esigono il diritto di partecipare ai processi decisionali e far sentire la propria voce», scrivono in una nota i primi cittadini dei Comuni di Alghero, Bosa, Ittiri, Magomadas, Putifigari e Tresnuraghes.
Secondo l'interpretazione ministeriale: «Il disposto in materia di inchiesta pubblica contenuto nel codice dell'ambiente ha natura alternativa al procedimento di pubblicazione e presentazione in forma scritta di osservazioni». Inoltre: «Le misure di semplificazione finalizzate alla transizione energetica, hanno disposto l'estrema riduzione dei termini procedimentali della Valutazione di Impatto Ambientale…gli Enti interessati dalla realizzazione del progetto erano stati precedentemente informati della proposta progettuale grazie alla procedura di definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale (scoping) … e nell’ambito della procedura di VIA». Insomma, pur riconoscendo che «sussistono le condizioni per la richiesta dell'attivazione dell'Inchiesta Pubblica» il Ministero «ritiene di non accogliere la richiesta» perché bisogna fare in fretta e perché gli enti interessati e i cittadini sono stati già coinvolti all'interno del percorso delle osservazioni.
«Le motivazioni addotte certificano la mortificazione del concetto di partecipazione, ridotto al mero esercizio di presentare osservazioni a progetti già definiti: questo è ridicolo e offensivo», continuano i sindaci, che ora valuteranno come continuare la lotta a difesa delle proprie comunità. «Il Governo ignora la volontà del territorio di confrontarsi su un tema così delicato e che riguarda il futuro di tutti. Una richiesta voluta dai cittadini dei Comuni coinvolti che, per mezzo delle decisioni unanimi dei rispettivi Consigli Comunali, hanno chiesto a gran voce di essere ascoltati esigendo il diritto di partecipare».
L’atto firmato ieri dalla direzione generale del M.A.S.E. non lascerà certamente indifferenti i territori che, come già evidenziato in più occasioni, non intendono accettare supinamente decisioni calate dall’alto e percorreranno ora tutte le strade possibili per rivendicare i propri diritti.