Difficile scappare da una guerra che colpisce donne e bambini. Soprattutto quando si è troppo lontano dai confini, dove è possibile trovare una via di fuga dall’Ucraina diventata sempre più debole di fronte agli attacchi della Russia.

A Ploaghe c’è una mamma affidataria, Elisabetta Devilla di 55 anni, che attende la sua Tania, una ragazza di 15 anni ospite in una casa famiglia nella periferia di Dnipropetrovsk, a sud della capitale Kiev. Non troppo distante dai bombardamenti e dai pericoli. Ha fatto di tutto per portarla in Italia, ma gli ostacoli sono troppi e difficili da superare.

"La casa famiglia si trova molto lontano dai confini e raggiungere la zona in sicurezza è complesso – racconta Elisabetta –. Ho paura che la tregua non possa durare a lungo e se riprenderà l’offensiva in Ucraina sarà un problema mettere in salvo i bambini”.

La preoccupazione sale perché la città di Dnipropetrovsk si trova nel mezzo di due centrali nucleari, gli approvvigionamenti e le scorte alimentari iniziano a scarseggiare. “Lotterò per portarla in Sardegna, - aggiunge Elisabetta - ma non posso nascondere la mia angoscia nel caso dovessero attaccare la città di Dnipro, a 30 chilometri dal luogo in cui si trovano in questo momento”.

L’incontro con Tania era avvenuto otto anni fa tramite una delle associazioni che portano avanti progetti solidaristici per adottare a distanza i bambini. Da allora Elisabetta ospita Tania ogni anno, per tre mesi d’estate e un mese a Natale.

Nella lotta per portare la ragazza in Sardegna c’è anche il sostegno dell’organizzazione internazionale “Save The Children”. 

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