Sarà la Cassazione a decidere sulla legittimità del carcere duro inflitto ad Alfredo Cospito, l'anarchico detenuto in regime di 41 bis a Sassari e da due mesi in sciopero della fame.

I difensori di Cospito hanno presentato un ricorso in cassazione contro l'ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma che ha ribadito per l'indagato il carcere duro.

Nel ricorso alla Suprema corte la difesa rigetta l'equiparazione tra le attività di comunicazione di Cospito, «inviate come contributo personale ai giornali anarchici e pubblicati sul web nei siti di controinformazione», e i "pizzini”, ovvero i messaggi criptici che vengono veicolati dal detenuto all'esterno, spesso attraverso i parenti, durante le occasioni concesse dal regime ordinario di detenzione.

Il Tribunale di Sorveglianza, ribadendo il regime di carcere duro per l'esponente anarchico, aveva sottolineato il pericolo che Cospito potesse, in regime ordinario, continuare ad esercitare "il suo ruolo apicale" nella Federazione anarchica informale anche dal carcere. Secondo i giudici, la detenzione ordinaria anche «in regime di alta sicurezza, non consentirebbe di contrastare adeguatamente l'elevato rischio di comportamenti orientati all'esercizio da parte di Alfredo Cospito del suo ruolo apicale nell'ambito dell'associazione di appartenenza». Per i giudici di Roma la «valutazione del profilo criminale del detenuto» e «del suo ruolo verticistico» all'interno della Fai e della «perdurante operatività della stessa, dimostrano come sussista - è detto nel documento - un concreto pericolo, una qualificata capacità di Cospito di riprendere pienamente i vincoli associativi pur dall'interno del carcere, e di veicolare all'esterno e con autorevolezza disposizioni criminali».

Visti questi presupposti, per l'esponente anarchico, secondo i giudici, «il regime di alta sicurezza» non è sufficiente per scongiurare una ripresa dell'attività di Cospito e per «neutralizzare il rafforzamento e la perpetuazione del vincolo associativo e ogni situazione che possa comportare anche la stessa percezione di rapporti ancora attivi con accoliti in libertà, anche veicolata, in regime ordinario, da altri soggetti ristretti».

Ma non solo. Nel documento i giudici della Capitale affermano che le comunicazioni di Cospito «con le realtà anarchiche all'esterno del circuito carcerario, appaiono assidue e producono l'effetto di contribuire ad identificare obiettivi strategici e a stimolare azioni dirette di attacco alle istituzioni».

Oggi intanto mobilitazione trasversale, da Luigi Manconi, Carlo Taormina e Giuliano Castellino, per Cospito e contro il 41bis con una maratona oratoria trasmessa in streaming su Radio radicale ed uno sciopero della fame a staffetta organizzato da Nessuno tocchi Caino. E continuano anche gli attestati di solidarietà dei compagni anarchici.

A Firenze sono scesi in piazza in 50 per un corteo non autorizzato mentre a Cagliari sono comparse nuove scritte in via Manno, una delle vie più commerciali della città: "Fuori Alfredo dal 41 bis".

(Unioneonline/v.l.)

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