Un particolare masso di roccia vulcanica aggredito dagli agenti atmosferici che gli hanno conferito il singolare aspetto di un pachiderma seduto. È la Roccia dell’Elefante, situata sul litorale di Castelsardo, che potrebbe diventare patrimonio culturale di eccezionale valore universale.

Il Segretariato regionale del Ministero della Cultura ha trasmesso l’elenco dei beni da presentare all’Unesco, tra cui è ricompresa anche la Roccia dell’Elefante.

Un passaggio finalizzato alla richiesta di iscrizione nella lista del patrimonio mondiale, nell’ambito del progetto “Arte e architettura della preistoria della Sardegna. Le domus de Janas”, già per il prossimo mese di gennaio. Una conferma tanto attesa dall’amministrazione comunale della città dei Doria che aveva avviato l’istruttoria già nel 2021.

Originariamente il masso faceva parte del complesso roccioso di monte Castellazzu dal quale si distaccò rotolando a valle.

All’interno, su due livelli, due domus de janas, camere sepolcrali prenuragiche e, sulle pareti, scolpite in bassorilievo, due protomi taurine simbolo del culto del Dio Toro. 

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