Uscito dal carcere di Bancali a Sassari, accolto da un’ovazione, Carles Puigdemont è andato ad Alghero, in albergo, e poi si è messo in contatto con i suoi legali per decidere le prossime mosse.

Nel tardo pomeriggio ha lasciato l’istituto per decisione della Corte d’Appello che lo ha liberato 20 ore dopo l’arresto avvenuto ieri sera all’aeroporto di Alghero. Città non casuale: unica in Italia con lingua e cultura catalana, in questi tre giorni ospita tante persone arrivata dalla Catalogna e numerosi indipendentisti in occasione di Adifolk, la festa internazionale della cultura popolare catalana.

Ad attendere l’ex presidente catalano c’erano il governatore sardo, Christian Solinas, e il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, che hanno scortato Puigdemont in auto fino ad Alghero.

“Molte grazie a tutti coloro che si sono preoccupati per me e mi hanno sostenuto in queste ultime ore. La lotta non si ferma": ha scritto su Twitter.

Numerose sono state le proteste a seguito dell’arresto e in particolare si erano levate le voci di iRS, ProgReS e Torra che ne chiedevano l'immediata liberazione. "La situazione è ancora tutta da chiarire: il Parlamento europeo si deve attivare per ripristinare l'immunità parlamentare", ha detto Simone Maulu, portavoce delle tre sigle, in piazza a Sassari. “È un eurodeputato, un democratico che i catalani hanno eletto e gira l'Europa tranquillamente per fare politica e appena arriva in suolo italiano, in questo caso purtroppo in Sardegna, viene arrestato e questa è un infamia, un'opera di sciacallaggio che va respinta - ha aggiunto Cristiano Sabino, Sa Domo de Totus -, bisogna creare una mobilitazione democratica perché è questo che Puigdemont porta avanti: il diritto democratico all'autodecisione e all'autodeterminazione dei popoli". Anche "A innantis" aveva espresso tutta "la sua solidarietà al presidente e al popolo catalano", chiedendo "il rilascio immediato” e denunciando "la deriva autoritaria dello Stato italiano che dimostra ancora una volta di avere seri problemi di democrazia". Sempre per A Innantis, le parole di Franciscu Sedda: "Nei giorni scorsi Puigdemont è stato in Francia e nessuno si è azzardato di mettere in dubbio la sua immunità come parlamentare europeo. Tanto più che già il Belgio e la Germania hanno rigettato come illegittima ogni richiesta di estradizione da parte della Spagna. Solo in Italia poteva essere arrestato. In un'Italia così poco europea. In una Sardegna che purtroppo è ancora Italia".

All’interno di Bancali, Puigdemont aveva incontrato Antonello Peru, consigliere regionale del gruppo UDC Cambiamo!, subito dopo la notizia della liberazione: “Ho parlato con lui per circa tre quarti d'ora – racconta Peru - e gli ho portato prima di tutto la mia personale solidarietà umana e politica per l'arresto di ieri. Ho trovato una persona molto determinata e serena. Gli ho chiesto come è stato trattato e mi ha risposto: ‘molto bene’ e che il personale della casa circondariale di Sassari ha avuto con lui un atteggiamento molto professionale. Ha voluto sottolineare poi che lui non ha niente contro la giustizia italiana, ha affermato invece di sentirsi perseguitato dalla giustizia spagnola. Ha aggiunto infine che non ha paura del carcere ma che il suo unico obiettivo è la libertà del suo popolo e per questo continuerà la sua battaglia per l'indipendenza della Catalogna”.

“Per quanto mi riguarda – conclude Peru - giudico il suo arresto un grave errore politico prima ancora che un'antistorica negazione delle libertà di un popolo. La libertà di portare avanti una legittima battaglia per l'autodeterminazione”.

(Unioneonline/s.s.)

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