Bancali, divieto di dar da mangiare ai gatti nel carcere: è polemica
Il sindacato Uil di Polizia penitenziaria attacca il direttore: «Decisione arbitraria e contro la legge»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
“Non date da mangiare ai gatti nel carcere di Bancali”. La disposizione del direttore del carcere della struttura trova l’opposizione del sindacato di polizia penitenziaria UilPa che reagisce con un duro comunicato. E se l’associazione di categoria riconosce la problematica dei tanti felini presenti nell’istituto, ricordando le soluzioni proposte - dalle colonie feline alla microchippatura, contesta però la decisione del direttore.
«Non si possono affamare dei poveri animali», riferisce il segretario generale della UilPa Michele Cireddu. «Soprattutto - afferma rivolgendosi alla guida di Bancali - in considerazione del fine ultimo espresso da Lei, ossia evitare le “conseguenti problematiche che possono causare sul piano igienico-sanitario» e “al fine di neutralizzare gli effetti di disinfestazioni che vengono periodicamente disposte».
Cireddu chiede se le disinfestazioni citate siano state compiute contro le blatte, negando che la presenza degli insetti sia dovuta ai felini. «Alla luce di quanto sopra - attacca la UilPa – si chiede formalmente di conoscere su quali certificazioni medico veterinarie, valutazioni igienico-sanitarie redatte da enti competenti o relazioni tecniche Lei abbia basato la disposizione di divieto assoluto di alimentazione, affinché sia possibile verificare la fondatezza e la necessità di tale atto«. E se questi documenti non sussistono la decisione del direttore appare «potenzialmente arbitraria».
«Considerato inoltre, che questi poveri animali – prosegue Cireddu – si trovano ristretti anch’essi all’interno del muro di cinta e quindi impossibilitati a cercare al di fuori dell’Istituto del cibo per il proprio sostentamento, pare proprio un vero atto di crudeltà nei loro confronti».
Cireddu ricorda l’articolo 544-ter del codice penale che «punisce chi, per crudeltà o senza necessità, cagiona lesioni, sevizie o sottopone animali a sofferenze insopportabili» e il divieto di dar da mangiare ai gatti rientrerebbe, secondo UilPa, nella fattispecie.
«Nel caso in cui tale disposizione dovesse causare sofferenza prolungata o la morte degli animali presenti all’interno dell’Istituto, si potrebbe ipotizzare una responsabilità – anche personale – del firmatario dell’atto, con possibili conseguenze sul piano civile e penale, ad esempio in termini di istigazione o concorso in condotte potenzialmente rilevanti ai sensi della normativa vigente».
Al direttore infine il sindacato si rivolge chiedendo la revoca della disposizione, ritenendola discutibile sia sotto l’aspetto legale che quello umano, «in quanto, come affermava Gandhi, “la civiltà di un popolo si giudica dal modo in cui tratta gli animali”».