A Bancali un detenuto sottoposto al regime del 41 Bis, condannato a 26 anni per associazione mafiosa, è in sciopero della fame da febbraio e chiede il suicidio assistito

Irene Testa, Garante regionale delle persone private della libertà della Sardegna, lo ha incontrato «già nel mese di giugno, quando mi sono recata a fare visita ai detenuti del carcere. Tra questi ho incontrato Domenico Porcelli, che ha riferito di essere monitorato costantemente dagli operatori a vario titolo presenti nella struttura e in particolare dal presidio sanitario. Anche l'educatore riferisce di aver effettuato oltre 10 colloqui con il detenuto. Dal mese di febbraio ha effettuato diversi elettrocardiogrammi e visita cardiologica».

L’uomo, che ieri ha ribadito l'intenzione di proseguire lo sciopero della fame, dice di assumere 1kg di zucchero a settimana con camomilla, thè e latte. Ma da circa 10 giorni «dice di aver maturato la volontà di porre fine alla sua vita e a tal fine ha chiesto al suo avvocato di prendere informazioni sulla fattibilità di poter ottenere l'eutanasia. Ho informato le autorità competenti della situazione che si è venuta a creare. Al netto della situazione specifica, in Sardegna c'è un numero spropositato di detenuti in 41bis ed alta sicurezza, con l'intento di averne ancora di più. Dopo le servitù militari si pensa di fare della Sardegna la caienna d'Italia?», conclude Testa.

(Unioneonline/v.f.)

© Riproduzione riservata