Più di un anno fa, il 31 gennaio 2024, è stato uno dei protagonisti involontari di un assalto armato spietato a un portavalori a Siligo. Un colpo studiato nei minimi dettagli, eseguito con una precisione quasi militare. Oggi, guardando le immagini dell’ultimo attacco ai portavalori in Toscana, Angelo Azara, 41 anni, guardia giurata, sente un brivido lungo la schiena. «Secondo me è lo stesso commando che ha colpito a Siligo e Caniga», afferma con convinzione.

Lui quella giornata l’ha vissuta sulla sua pelle: guardia giurata per la Vigilpol, si trovava a bordo di uno dei furgoni della colonna che trasportava milioni di euro, quando un autocompattatore è stato usato dai banditi per bloccare la strada. Nello scontro ha riportato diverse fratture, ma la memoria di quell’attacco è un segno ancora più profondo.

Azara con tre lauree all’attivo e una specializzazione in geopolitica, sicurezza e intelligence, è un analista del settore.

E oggi la sua visione va oltre il singolo evento che, suo malgrado, ha vissuto in prima persona: «Rispetto al commando di Siligo in Toscana vi erano i migliori, i più addestrati», dice con un tono che lascia poco spazio ai dubbi.

Tornando all’assalto di Siligo, ricorda ogni dettaglio. «Io ero in uno dei furgoni assaltati, uno dei banditi parlava italiano, ma era senza dubbio sardo, probabile non barbaricino».

La sua anali però si concentra sulle modalità d’azione: «Si muovono con una sicurezza incredibile, hanno una padronanza delle armi che non si impara certo in campagna. Sono persone addestrate, come dimostra l’uso preciso dell’esplosivo, come un vero e proprio local team. Un assalto così non si improvvisa, ci sono mesi e mesi di pianificazione, studio ed esercitazioni».

E ribadisce anche che si tratta dello stesso gruppo criminale che non opera solo in Sardegna: «Probabilmente hanno agganci anche in altre regioni e si spostano con facilità. È una rete ben organizzata».

Poi una conclusione amara: secondo lui, infatti, questi attacchi non si fermeranno. «Purtroppo accadrà di nuovo, è necessario che le aziende di vigilanza e lo Stato effettuino prevenzione pura ed effettiva. Il settore della vigilanza privata è obsoleto, regolato da norme antiquate. Il trasporto valori presenta forti criticità, è ancora svolto con procedure di decenni fa. Qualcosa si sta muovendo ma non è sufficiente».

E aggiunge: «Non va mai dimenticato che i proventi delle rapine servono per alimentare mercato e traffico della droga e nel riciclaggio in attività lecite». 

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