Dissuasori antistrascico nei fondali dell’isola dell’Asinara, con stazioni di ripopolamento per favorire la nascita di specie ittiche tipiche dell’area marina protetta. È una delle misure compensative previste dalle prescrizioni del decreto Via del Ministero dell’Ambiente, propedeutiche alla realizzazione dell’Antemurale di Ponente a Porto Torres.

La seconda azione compensativa prevede la riforestazione marina nel Golfo dell’Asinara con il reimpianto della posidonia oceanica, prelevata dai fondali del porto civico turritano e trapiantata nell’area di Abbacurrente. Il più grande trapianto di posidonia oceanica finora realizzato nel Mediterraneo.

L’intervento è stato presentato nella sede del Parco nazionale dell’Asinara alla presenza del direttore, Vittorio Gazale, e del sindaco Massimo Mulas. Sono intervenuti Vincenzo Pascucci, responsabile scientifico del progetto, Antonio Santonastaso, e Andrea Cossu dell’università di Sassari, Mario De Luca, sempre dell’Ateneo di Sassari, Paolo Guidetti della stazione zoologica Anton Dohrn e i rappresentanti dell’Ispra e Arpas, Caterina d’Anna e Antonello Cossu.

«Il primo intervento consiste nel posizionamento di una barriera artificiale con 15 dissuasori antistrascico nei fondali di Cala Reale, con una doppia funzione – spiega Paolo Guidetti della stazione zoologica Anton Dohrn –: impedire forme di pesca illegali e insieme favorire il ripopolamento di specie tipiche dell’area marina protetta dell’Asinara».

All’interno di queste strutture, infatti, nei tratti di fondale in cui è presente la sabbia fangosa, verranno posizionati 75 moduli in cemento stampati in 3D, che riprodurranno l’habitat naturale per aumentare la diversità e la quantità di fauna ittica nel mare dell’Asinara.

La seconda azione compensativa, anch’essa frutto dell’accordo di ricerca tra l’Autorità di sistema portuale e il dipartimento di Architettura dell’Università di Sassari, ha consentito il trapianto di 7000 m2 di prateria di posidonia. L’attività che si configura come “ripristino ambientale”, della durata di 10 mesi, ha coinvolto circa trenta operatori subacquei tra tecnici, specialisti e ricercatori e ha comportato la piantumazione di oltre 140.000 talee di Posidonia. «Il trasferimento della posidonia dall’imboccatura del porto turritano al sito di Abbacurrente è riuscito - ha assicurato Mario De Luca, ricercatore  dell’università di Sassari – le piantine hanno attecchito al 90 per cento».

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