L’antico porto romano di Porto Torres si apre al pubblico con opere di artisti, grazie al progetto “Ogni nave ha bisogno di un porto” che permetterebbe di incrementare la conoscenza del sito, solitamente non visibile al pubblico, mettendo in relazione dialogo, siti archeologici e i nuovi linguaggi dell’arte contemporanea. La proposta arriva dalla cooperativa Memoria Storica, aggiudicataria dei servizi di gestione sui "Percorsi di archeologia, storia, cultura ed ambiente nel territorio di Porto Torres".

Mentre il soggetto partner è il Comune turritano di Porto Torres.  Il progetto è finalizzato  alla valorizzazione del sito archeologico “Turris Libisonis Portus Sardinie” da realizzarsi nell’anno in corso e prevede il coinvolgimento delle scuole, di ogni ordine e grado, attraverso visite guidate dedicate e laboratori sperimentali che potranno portare a conoscenza degli studenti aspetti del territorio attraverso l’intreccio tra arte e archeologia per un’esperienza istruttiva. ll progetto contribuirebbe ad arricchire le proposte di attività culturali con l’intento altresì di prolungare la stagione. Gli artisti metteranno in mostra le loro opere che avranno come tematica l’indagine sul concetto di porto come luogo fisico, ma anche come luogo immaginario in cui avvengono partenze, arrivi e incontri, uno spazio  legato a tragedie e salvezze. Per la buona riuscita del progetto è necessaria la compartecipazione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, proprietaria del sito, oltre che dell’Accademia di Belle Arti "Mario Sironi" di Sassari che parteciperà con una rappresentativa di studenti e docenti in virtù di un protocollo di in intesa in fase di perfezionamento.

L’antico porto romano, in passato porta della Sardegna, rappresenta quindi lo spazio ideale per mostre di artisti, quali pittori e letterati. Si tratta di costruzioni portuali, di edifici con pavimento a mosaico, dei resti della rete viaria che collegava il porto con il cuore della Colonia Romana di Turris Libisonis. L’importante sito era emerso durante i lavori dell’escavo e dalla demolizione delle vecchie banchine e, su indicazione dell’archeologa Antonietta Boninu, erano state effettuate indagini archeologiche che hanno riportato alla luce le strutture dell’antico porto romano e del porto ottocentesco, oltre ad un edificio con mosaico e pozzi di acqua sorgiva ancora attivi, che servivano a garantire l’approvvigionamento idrico delle navi. Gli allestimenti delle opere verranno eseguiti in conformità delle prescrizioni dettate dall’ Autorità di Sistema Portuale e della Soprintendenza Archeologia. Il progetto ha un costo di 15mila euro, la compartecipazione del Comune che aderisce all’iniziativa è di 4.500 euro. 

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