Prima ancora di varare il mega appalto da 25 milioni di euro sulla raccolta differenziata, il Comune di Porto Torres sembra essere “inciampato” sulla normativa a tutela dei diritti dei lavoratori.

La procedura di gara appena avviata, con la pubblicazione del bando per l’affidamento per 5 anni del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, è stata messa sotto accusa dal sindacato della Cgil Funzione pubblica.

Nell’articolo 9 del Capitolato speciale d’appalto, il segretario generale, Cgil Fp, Paolo Dettori ha rilevato «una grave violazione delle disposizioni a tutela del personale in servizio».

E già si preannunciano azioni di lotta, compreso lo sciopero. La norma prevede che «il contraente garantisce l’applicazione del contratto collettivo del settore di igiene ambientale (Ccnl) o di diverso contratto che meglio regola le prestazioni rese dai lavoratori impiegati». Salvo poi precisare che «il Ccnl può essere anche diverso da quello applicato dal precedente contraente, sempre ché siano salvaguardati i livelli retributivi dei lavoratori in modo adeguato e congruo».  Disposizione normativa che non è di certo passata inosservata al sindacato. «Il nuovo capitolato speciale di appalto sui rifiuti, a nostro avviso, distrugge in ogni modo i diritti dei lavoratori» osserva Dettori «l’articolo 9 è una vergogna  perchè consente alle aziende in modo esplicito, seguendo solo una parte dell’attuale giurisprudenza, quindi non specifiche disposizioni normative, di disapplicare i contratti di settore garantendo spesso solo sulla carta i diritti economici». Condizioni che hanno fatto saltare dalla sedia il segretario generale Fp Cgil, Paolo Dettori.  E la protesta non si farà attendere. Giovedì prossimo è stata programmata una prima assemblea con i lavoratori del settore che operano a Porto Torres. «Questo sistema fa sì che gli addetti al servizio di igiene ambientale potranno vedersi applicati i contratti più disparati, dalla Multiservizi alle cooperative sociali» spiega Dettori «contratti inferiori sia dal un punto di vista economico che normativo. Basti pensare all’istituto della malattia che passerebbe da 365 giorni retribuiti a soli 180, e dimezzato il periodo di comporto dopo il quale il lavoratore può essere licenziato». La clausola sarebbe vessatoria non solo nei confronti degli operatori ma implicherebbe anche disparità di trattamento in fase di offerta di gara. 

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