Angelo Azara, ferito nell’assalto a Siligo: «Il trasporto valori è un colabrodo, inaccettabile quanto avvenuto a Sassari»
Guardia giurata sassarese di 41 anni, afferma: «Il settore della vigilanza privata è obsoleto e in Italia circola troppo contante»L'assalto sulla 131, nel riquadro Angelo Azara
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Cinque mesi fa, nell’assalto armato ai furgoni della Vigilpol a Siligo, è rimasto ferito. Ha riportato alcune fratture nello scontro tra il suo mezzo, un altro della Vigilpol fermato dai banditi e l’autocompattatore usato dai malviventi per bloccare la colonna che trasportava milioni di euro.
Angelo Azara, 41 anni sassarese, guardia giurata, non si è ancora ristabilito. Di quella mattina sotto i colpi delle armi da fuoco, ricorda ogni dettaglio ma non vuole parlarne. Ci sono indagini in corso e ha già testimoniato davanti agli inquirenti. Ma quando ha visto, come tutti, le immagini social del colpo alla Mondialpol a Sassari nella borgata di Caniga, replicato successivamente in Puglia con modalità simili, ha rivissuto quegli istanti e ha deciso di dire la sua, facendo una breve analisi. Da addetto ai lavori e competenze. Ha tre lauree, con tesi su questi temi specifici e si occupa di geopolitica, sicurezza e intelligence come analista.
«Lo sostengo da diverso tempo – spiega – il settore della vigilanza privata, per come è organizzato è obsoleto, con un inquadramento giuridico non al passo con i tempi. Il servizio di trasporto valori un colabrodo, svolto come decenni fa. Inoltre –aggiunge – in Italia circola troppo denaro contante». Se venissero attivati i sistemi di sorveglianza (di estrazione militare e di polizia), gli assalti ai portavalori sarebbero prevenuti. «Un assalto di tale portata, con strategia eversiva, tattica militare e di guerriglia urbana – spiega ancora Azara - pone interrogativi a diversi livelli, perché non si improvvisa, come l’utilizzo di esplosivo». Inoltre, sempre per Azara, milioni e milioni di euro vanno conservati tenendo presente «la sicurezza fisica dell'edificio, l’ubicazione del caveau, l'impiego di risorse umane adeguate a protezione dell'infrastruttura sensibile con capacità di fuoco tale da contrastare azioni simili. Infine – conclude – serve l'affidabilità dal pericolo di penetrazione ostile di natura informativa».
Infine una riflessione sul sistema di difesa della incolumità pubblica e dei cittadini, dopo che per decine di minuti una parte della città è rimasta nelle mani dei malviventi che hanno sparato 150 colpi, spesso ad altezza d’uomo. «Il monopolio della violenza legittima spetta allo Stato, invece a Caniga i è verificato un ribaltamento dei ruoli. Ed è inaccettabile. Serve – conclude – più efficacia e meno forma da parte dello Stato».