Gli attentati incendiari ai danni di auto e moto in sette anni hanno superato le 80 unità, un triste bilancio registrato nella città di Porto Torres. Nel 2021, a due mesi dalla fine dell’anno, si contano sette auto bruciate, atti dolosi che creano apprensione tra la gente, un fenomeno difficile da scardinare per la difficoltà ad individuare i responsabili.

Il metodo è sempre lo stesso: diavolina sulle ruote, accensione e in pochi istanti il mezzo viene avvolto dalle fiamme capaci di distruggere auto e qualsiasi traccia utile alle indagini. Un modo primitivo di farsi giustizia con le proprie mani per vendicare presunti torti subiti. Le ragioni possono essere molteplici, anche futili motivi che fanno scatenare l’azione dei piromani nelle strade, del centro e della periferia.

L’argomento è stato affrontato in consiglio comunale  su segnalazione del consigliere Bastianino Spanu che sottolinea anche il numero elevato di atti vandalici e chiede la convocazione di un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. “Segnalo l’ennesimo atto di delinquenza accaduto pochi giorni fa in questa città – dichiara il consigliere – si tratta della settima auto bruciata dall’inizio dell’anno. Siamo una città di frontiera e abbiamo bisogno di potenziare la sorveglianza, in particolare nella periferia, dove è necessario incrementare i controlli”.

Per il sindaco Massimo Mulas: “Difficile gestire l’atto vigliacco di chi agisce nel cuore della notte in pochi secondi  - osserva  il primo cittadino - . Ho incontrato diverse volte le forze dell’ordine presenti in città, ma uomini e mezzi sono carenti rispetto ad un territorio così vasto da controllare, un problema di organico che interessa polizia di Stato, municipale e carabinieri”. 

© Riproduzione riservata