Alghero, sanità pubblica: nuovo appello dei comitati
Le associazioni di cittadini ancora in attesa del Consiglio comunale aperto. Fra i temi da approfondire pediatri e punto nascite, carenza di personale, servizio Sten e ospedale MarinoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nuovo appello delle associazioni cittadine al sindaco Raimondo Cacciotto, agli assessori, ai consiglieri comunali e al presidente della Commissione sanità Cristian Mulas. Al centro, ancora una volta, la situazione della sanità pubblica e le promesse rimaste senza riscontro. «Siamo ancora in attesa che venga convocato il Consiglio comunale aperto, già annunciato, per discutere della nostra maltrattata e ridotta ai minimi servizi sanità pubblica», scrivono i comitati Fiocchi azzurri fiocchi rosa e Comitato contro la chiusura dell’ospedale Marino.
Le associazioni pongono interrogativi precisi. Intanto su pediatri e punto nascita: «Si era parlato dell’arrivo di medici cubani, ma che fine hanno fatto? Il nostro ospedale potrà tornare a far nascere i bambini?». Poi le assunzioni di personale medico e infermieristico. «Sono in corso? Oppure resteremo con organici insufficienti?». Il Servizio STEN. «Il commissario aveva promesso che a settembre il territorio sarebbe stato dotato del trasporto di emergenza neonatale. Siamo a settembre, bisogna ricordarglielo?». I disagi al tunnel pediatria. «La struttura è stata ripristinata o i problemi continuano?». Infine l’ospedale Marino. «Dal primo gennaio 2026 tornerà alla Asl: quali prospettive ci attendono? Sarà un passo indietro o continuerà l’attuale proficuo operato?».
I comitati ricordano come, nonostante gli slogan elettorali, i problemi restino irrisolti. «Abbiamo ascoltato tante promesse sugli interventi urgenti per gli ospedali, ma oggi a Sassari il personale del Santissima Annunziata annuncia un sit-in per denunciare sovraffollamento e carenze di organico. Se la sanità sassarese si ferma, cosa ne sarà di quella algherese, già depotenziata?».
L’appello si chiude con un messaggio forte. «La Sardegna ha approvato la legge sul fine vita, un atto di sensibilità e rispetto. Ma chiediamo anche rispetto e dignità per il malato che vuole curarsi e vivere. Non molliamo: il diritto alla salute è di tutti».