Il silenzio avvolge in uno scialle le diverse tonalità della sera, rischiarata da un volto illuminato da una candela. La luce elettrica manca. Ogni tanto, una tasca si anima e vibra, poi muore. Si risponderà in seguito, quando i ritmi dei tempi moderni riprenderanno ad alimentare le corse delle tante vite frenetiche. In un mondo bersagliato da parole, luci e rumori, in un borgo nel cuore della Sardegna, una sera all’anno, una comunità chiude i battenti al presente e riabbraccia il passato. A Benetutti, in occasione dell’inizio dei riti della Settimana Santa, si rimane sospesi lungo i viottoli del centro, per qualche ora. «ll Lunissanti benetuttese può essere definito una veglia di preghiera personale o semplicemente di meditazione – racconta Giacomo Molinu, presidente de Sos Cantores de Santu Demotto ed uno degli organizzatori della manifestazione – la voce del prete non è la colonna portante della fiaccolata notturna. Domina il raccoglimento, scandito, quest’anno, dai canti sacri del nostro cuncurdu, da quello di Boruta e di Bortigali, e dai siciliani Lamentatori di Montedoro. La processione pur avendo una matrice religiosa, sconfina assumendo connotati laici. Ogni persona è sì raccolta dentro le proprie riflessioni ma allo stesso tempo è armonizzata alle altre vite grazie alle voci dei cori che guidano i loro passi».

Rosario Randazzo, presidente dei Lamentatori di Montedoro, ripercorre i ricordi della rassegna: «Siamo rimasti sbalorditi dal modo in cui siamo stati accolti, dalla disponibilità, lo spirito di condivisione, dalla sincerità e spontaneità dei sardi. Siamo rientrati in Sicilia impressionati dal Lunissanti benetuttese: tolti i canti, è caratterizzato dall'assoluto silenzio. Risuonano le vostre sonorità così piene e determinate».

L’evento, giunto alla nona edizione, ha raccolto un largo successo di pubblico, nonostante le condizioni meteo avverse, richiamando le attenzioni anche del turismo straniero. «La manifestazione cresce e – continua Molinu - il nostro intento è quello di farla conoscere ancora di più. Dietro c'è un grande lavoro di ricerca, quasi filologico, per ricucire lo strappo che il nostro paese aveva creato dimenticandosi dei suoi canti e dei suoi riti. Abbiamo rovistato nelle cantine, cercato vecchie registrazioni e raccolto le testimonianze degli anziani del paese. Son state importanti le parole di Marianna Pala, memoria storica benetuttese, scomparsa da qualche anno. Qual è la speranza? Vorremo che l’evento raccogliesse, anche dal punto di vista organizzativo, maggiore partecipazione delle persone, capaci di capire che con questi canti si sta tramandando il corredo genetico della nostra comunità».

Son Cantores de Santu Demotto, dopo aver accompagnato i riti del Giovedì Santo, faranno da colonna sonora ai restanti riti de Sa Chida Santa benetuttese: a S’Iscravamentu, venerdi 18 aprile alle 17:30, nella chiesa di Sant’Elena Imperatrice e a S’Incontru, domenica 20 alle 10:30, in Piazza del Municipio.

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