25 aprile a Sassari, il sindaco: «I miei auguri non vogliono essere sobri»
Inizia così, con una nota polemica verso il governo Meloni, il discorso di Giuseppe Mascia in occasione dell’80esimo anniversario della LiberazionePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Auguri che non vogliono essere sobri». Così il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia ha introdotto il suo discorso, stamattina in occasione della festa del 25 aprile, in polemica con le dichiarazioni dell’esecutivo Meloni che richiamavano a una compostezza motivandola con la recente morte di Papa Francesco.
Davanti al primo cittadino, in piazza del Comune, una folla di centinaia e centinaia di persone con in prima fila l’Anpi. «Auguri a chi sente che il 25 aprile sia la propria festa- ha proseguito Mascia-. Auguri anche e forse soprattutto a coloro che non sentono l’importanza e la cogenza proprio in questi tempi. Auguri anche a loro, perché la loro libertà si fonda qui».
Oltre al sindaco sono intervenuti anche la prefetta Grazia La Fauci, ricordando la scomparsa del pontefice, e sottolineando l’importanza della memoria. Dopo le parole di Alice Piras, studentessa del Dipartimento di Chimica e tecnologie farmaceutiche dell'Università di Sassari, e di Alessio Vampa, studente dell'istituto Europa, che hanno partecipato al Progetto Promemoria Auschwitz, ha parlato Thomas Arras, presidente della sezione sassarese dell’Associazione Partigiani. Questi si è soffermato sui valori trasmessi da chi ha combattuto per la libertà dal nazifascismo, ricordando poi le tante guerre che insanguinano il mondo.
Anche il sindaco ha fatto un passaggio sui conflitti manifestando la solidarietà di Sassari verso i paesi che stanno soffrendo. «A ottant’anni da quel giorno- ha concluso- è ancora 25 aprile 1945. E il rischio che la sua presenza sbiadisca è sempre imminente, che la memoria indulga alla nostalgia, che diventi simbolo e non anima attiva. Non c’è una sola parola di queste che non fondi la sua possibilità nell’antifascismo». Infine il saluto nel cortile interno di Palazzo Ducale ai Caduti con la deposizione della corona in loro memoria.