«Sono residente in Gallura da 10 anni, moglie di un sardo, l’altra mattina mi reco con mio figlio in un bar di Tempio Pausania per una colazione e ho pagato una spremuta d'arancia ben 4 euro: mi pare un po' eccessivo». Di qui la riflessione: «Se gli esercenti continuano a spellare i turisti e non solo, il prossimo anno il turismo si sposterà altrove».

È la testimonianza di una lettrice, Susanna Chiovitto, che dice la sua nell’ambito del dibattito sul “caro vacanze” che sta tenendo banco in questi giorni in Sardegna e non solo. 

La riflessione non si limita ai prezzi dei bar, ma anche a quelli delle strutture turistiche: «Affitti settimanali in località di mare a prezzi esorbitanti, dai 700 ai 1000 euro a settimana, spesso in nero, con case anche datate con arredi vecchi e stoviglie che non si possono vedere, navi e aerei con prezzi alle stelle senza controllo.

Ma dove si vuole arrivare? Abbiamo l’isola più bella del mondo, ma perché approfittare così tanto?», Infine la chiosa: «Se il turista consuma poco nei locali è perché si deve sobbarcare il costo del viaggio e dell'affitto».

Ma anche gli addetti ai lavori stanno intervenendo nella querelle. Come Lorena, che ha deciso di replicare alle lamentele di una lettrice che ha denunciato il prezzo «esorbitante» (90 euro al giorno) per affittare una casa vacanze (tra l’altro «sudicia») nella zona di Fluminimaggiore («ma posso confermare che è tutto vero. Stessa cosa è successa a me anni fa vicino a Budoni», segnala un altro lettore, Marco). 

Ma «vorrei mettere in evidenza che il prezzo di 90 euro sembra un prezzo alto se non si conoscono le spese a cui va incontro l’host», spiega un’operatrice del settore, Lorena. Aggiungendo: «Non è giustificabile la mancanza di igiene, ovviamente, però non c’è molto margine di guadagno a fronte di un investimento cospicuo».

Lorena scende nel dettaglio: 90 euro è il prezzo giornaliero, ma 18,90 euro (il 21%) se ne vanno di di tasse, 16,20 (il 18%) per booking e spese incasso, altri 20 per le pulizie con 10 euro l’ora ad ogni cambio ospiti per una collaboratrice. Senza parlare dei contributi». Infine: «15 euro servono per il lavaggio biancheria a coppia per ogni cambio ospiti. E poi ci sono detersivi, carta, bagnoschiuma, acqua, caffè (il kit di benvenuto) più acqua, luce, gas, aria condizionata (se prevista) non detraibile per i privati».

Insomma, conclude Lorena, «il margine è abbastanza basso, l’host spesso è deluso e poco entusiasta anche perché tutto il resto dell’anno non guadagna, essendo un turismo stagionale. Questa non vuole essere una polemica ma solo un dato di fatto».

(Unioneonline/l.f.)

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