Sindacati sardi sul piede di guerra per la sanità: le segreteria confederali unitarie Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di avviare il percorso di mobilitazione regionale che a metà ottobre sfocerà in una grande manifestazione.

Nel corso della riunione sono emerse le criticità dei diversi territori che da mesi sono mobilitati per difendere il diritto alla salute: “Assistiamo alla chiusura dei reparti, dei pronto soccorso, all'aumento delle liste d'attesa e della mobilità interna ed esterna alla regione, al disagio crescente degli operatori sanitari che arrivano addirittura a licenziarsi per l'insostenibilità dei turni di lavoro”, hanno detto i segretari generali Cgil, Cisl e Uil Samuele Piddiu, Gavino Carta e Francesca Ticca.

“In attesa dell'avvio delle nuove Aziende sanitarie territoriali dopo il superamento della Asl unica, la drammatica situazione ormai generalizzata non è accettabile, sono urgenti interventi che sappiano dare risposte ai cittadini e ai tanti lavoratori del settore”, sottolineano le sigle.

GLI INFERMIERI DEL BROTZU

E venerdì prossimo, 16 settembre, è la volta dello sciopero generale di 24 ore degli infermieri del Brotzu. Una mobilitazione annunciata poco prima di Ferragosto: “Ora la pazienza è finita”, dicono  Usb Sanità , Nursing Up, Nursind, Fsi e Cisna, assicurando che saranno comunque garantite le prestazioni sanitarie di emergenza e urgenza.

Dalle 9.30 alle13.30 previsto un presidio all'ingresso dell'ospedale San Michele in via Peretti.

“Gli infermieri del Brotzu sono arrabbiati: stiamo vivendo una situazione drammatica e abbiamo accumulato, durante e prima della pandemia, una grave carenza di personale, assenza di personale di supporto - ha detto Diego Murracino segretario del Nursing Up -. Lavoriamo oltre le 36 ore previste dal contratto e le ore in eccedenza si accumulano senza essere né pagate né recuperate”.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata