Il malumore si fa largo, intriso di perplessità. Si irradia da Nuoro ma trova terreno fertile pure nel Mandrolisai, raggiunge Desulo e Belvì. Accomuna. «Siamo in un mare di guai», tuona Bachis Cadau, del comitato Sos Sanità Barbagia Mandrolisai, dopo la visita all’ospedale San Francesco della governatrice Alessandra Todde e le parole dell’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi: «Questi faranno come gli altri. L’ennesima riforma, tre anni di stallo e di proclami ma i medici non arriveranno. Intanto, per luglio annunciamo una nuova manifestazione». Marilena Pintore, dell’associazione Vivere a colori, aggiunge: «In questi anni ci siamo incatenate, siamo rimaste in piazza con un camper. Ma qui la situazione non si sblocca, mi sento quasi ridicola a dire sempre le stesse cose».

Modello Harvard

«Qui ci sono stati errori grossolani», ha rimarcato il neo assessore regionale alla Sanità, puntando il dito contro i suoi predecessori (Mario Nieddu e Carlo Doria, ndr). Bartolazzi, in una gremita sala conferenze dell’ospedale barbaricino, ha poi aggiunto: «A chi mi viene a dire che non conosco il territorio, non rispondo più: ma de che stamo a parla’?». Gli influssi capitolini sono il marchio di fabbrica, i richiami a Trilussa onnipresenti. Espressioni folcloriche a parte, l’esponente della Giunta regionale non ha convinto medici e sindaci presenti più che altro con la sua idea di sanità. «Quando ho lavorato un paio d’anni ad Harvard, il reclutamento dei professori non prevedeva concorsi - ha detto -. C’erano colloqui diretti con la direzione dell’ospedale. Questo per dire che uno il reclutamento non lo può fare in base ai parenti o alle tessere dei partiti. Perché a lungo andare “sbraghi” l’ospedale». Poi la precisazione, davanti ai troppi occhi sgranati: «Lo “sbraghi” perché nessuno viene a lavorare da Bruxelles con il nipote di “zio Gavino”».

La sala conferenze gremita per Todde e Bartolazzi (foto Locci)
La sala conferenze gremita per Todde e Bartolazzi (foto Locci)

L’affondo accademico

Nel mirino dell’assessore capitolino finiscono pure le università. «Vi sembra normale che al nord manchino i pediatri e l’università di Sassari non abbia la scuola di specializzazione in Pediatria? Questo è un “ossimoro”, adesso va di moda ‘sta parola». Incassato con un sorriso lo strafalcione sull’ossimoro, i sindaci sono apparsi invece rabbuiati dopo il lungo pomeriggio ai piedi dell’Ortobene. «Non si è vista alcuna soluzione all’orizzonte per la nostra sanità», il commento del primo cittadino di Desulo, Gian Cristian Melis. L’ex assessore regionale dei Lavori pubblici, il nuorese Pierluigi Saiu, attacca: «Questa Giunta vuole adottare una riforma della sanità pericolosa, che segnerà per sempre la fine del terzo polo a Nuoro. Dal testo emerge la volontà di rafforzare ancora Cagliari e Sassari, che con il passare del tempo rimarranno gli unici poli sanitari pubblici in Sardegna». Saiu prosegue: «Non si parla in alcun modo di Nuoro e del San Francesco, condannato a diventare ospedale di seconda fascia. Una riforma totalmente in contrasto con quanto detto dalla presidente Todde e dall’assessore Bartolazzi». Pina Cui, comitato Allerta in Barbagia: «Vogliamo soluzioni reali, i malati devono potersi curare».

La governatrice

«Sappiamo bene che la sanità rappresenta la priorità assoluta», puntualizza Alessandra Todde, «ma c’è un principio di fondo che dobbiamo condividere tutti per cercare di uscire dalle macerie in cui ci troviamo: dobbiamo confrontarci sullo stato reale delle cose. Ho chiesto al commissario della Provincia di convocare immediatamente la conferenza socio-sanitaria del Nuorese per confrontarci sul tema dei medici di base e sull’assenza di specialisti nel territorio».

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